Omicidio Vinci, chiesto ergastolo per i presunti esecutori
Ergastolo per Filippo De Marco, 43enne, e Antonio Criniti, 32enne, accusati di essere gli esecutori materiali dell'omicidio del biologo Matteo Vinci (QUI).
Il pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, ha chiesto la condanna al carcere a vita nel corso dell’udienza del processo con rito abbreviato che si sta svolgendo davanti al Gup distrettuale Matteo Ferrante, in merito alla morte di Vinci, ucciso nell'aprile del 2018 a Limbadi con una bomba posizionata sotto la sua auto, sui cui stava viaggiando anche il padre, Francesco, rimasto ferito in modo grave.
Per l’accusa, De Marco e Criniti, per pagare un debito con la cosca Mancuso, si sarebbero offerti di uccidere il biologo e il papà. Avrebbero quindi creato la bomba e l’avrebbero posizionata sotto la vettura.
A progettare il fatto di sangue, come emerso dalle indagini svolte dai carabinieri di Vibo Valentia, sarebbe stato il clan Mancuso per vendicarsi della mancata cessione da parte dei Vinci di un terreno vicino un altro già di proprietà della famiglia.
Richiesta di condanna a 20 anni di reclusione anche per Vito Barbara, 32enne, ritenuto dall’accusa il promotore di un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Barbara è il genero di Rosaria Mancuso, la donna di 66 anni condannata all'ergastolo insieme allo stesso perché ritenuti presunti i mandanti dell’attentato contro Vinci (QUI).
Il pm ha poi chiesto otto anni di reclusione per Domenico Bertucci; 9 anni e 2 mesi per Pantaleone Mancuso e 7 anni e 8 mesi per Alessandro Mancuso, imputati di traffico di droga.
Il processo, in cui il padre e la madre di Vinci si sono costituiti parte civile, è stato aggiornato al 4 maggio.