‘Ndrangheta e infiltrazioni a Isola: incandidabili Girasole, Bruno e Giunta
Il Tribunale di Crotone ha dichiarato l'incandidabilità dell'ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Gianluca Bruno e del suo predecessore, Carolina Girasole.
Stessa sorte anche per l’ex vicesindaco Carmela Maiolo e l’ex assessore Carmine Antonio Timpa, l'ex presidente del consiglio comunale Antonio Frustaglia, gli ex consiglieri Carmelina Bruno, Pasquale Poerio, Giovanni Astorino e Francesco Pullano, tutti in carica durante la sindacatura Bruno, interrotta nel dicembre scorso con lo scioglimento per presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta (LEGGI).
Tutti e nove gli amministratori non potranno quindi concorrere alle prossime elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali che si svolgeranno in Calabria, successive al decreto del presidente della Repubblica dissolutivo del consiglio comunale di Isola che risale al 24 novembre 2017.
Il collegio presieduto da Maria Vittoria Marchianò ha infatti accolto l’istanza presentata dal ministro dell’Interno che sulla base del testo unico sullo scioglimento dei consigli comunali e provinciali per infiltrazioni aveva chiesto l’incandidabilità delle persone citate.
Secondo i giudici, Bruno, Girasole e gli altri ex amministratori avrebbero “agevolato l’operatività della cosca Arena, uno dei più potenti gruppi criminali della ‘ndrangheta. L’amministrazione comunale non ha avuto alcuna attenzione alla titolarità dei beni confiscati e al loro possesso, tanto che gli Arena continuano in gran misura a utilizzarli, con larga acquiescenza dell’apparato comunale”.
La Girasole prima e Bruno poi, sostengono ancora i magistrati,“nonostante tentassero di rendere all’esterno l’impressione di utilizzare in maniera fattiva i cespiti assegnati all’ente, di fatto li avevano abbandonati alla loro sorte o avevano consentito che fossero utilizzati dagli stessi ex proprietari confiscati”.
Anche il grande parco eolico confiscato alla cosca Arena (LEGGI), per il collegio avrebbe “per anni fruito di un’indebita riduzione delle imposte, senza che l’amministrazione comunale abbia inteso provvedere ad alcun recupero”.
I giudici di Crotone citano infine le conclusioni cui è giunta la Commissione d’accesso: “l’organizzazione delle attività comunali appare improntata alla mediocre qualità della vita politica sociale, al disordine amministrativo, ai sotterfugi, alle sfacciate omissioni, ai muri di gomma”.