Sottrazione di denaro al canile: sequestro beni e 4 indagati a Campo Calabro
Avrebbe distratto il denaro destinato agli animali che gestiva nel Canile rifugio di Campo Calabro, per rimpinguare i conti personali e dei suoi familiari.
Così i Carabinieri Forestali del Gruppo di Reggio Calabria - Nucleo Cites, hanno posto all’obbligo di dimora presso il comune di residenza R.R.M., 71 anni, ex presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Reggio e sequestrato beni per un valore pari ad oltre 104 mila euro.
Gravi ed articolati sono i reati contestati, che vedono coinvolti ed indagati in concorso anche i figli della donna, G.R. di 36 anni , G.A. di 46 e G.F. di 47 anni.
L’ordinanza di misura cautelare, firmata del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale del capoluogo, Domenico Santoro, è stata eseguita oggi insieme al personale della Stazione Carabinieri Forestale di Melito Porto Salvo e della Stazione Parco di Bagaladi.
Le indagini, dirette da Gianluca Gelso e coordinate dall’Aggiunto Gerardo Dominijanni, avrebbero accertato il reato di malversazione a danno dello Stato di denaro pubblico che, anziché essere impiegato per la cura e la custodia dei cani, sarebbe stato “destinato” ai conti personali della donna e dei suoi familiari.
Dalle investigazione emergerebbe “un continuo e ingiustificato esborso di cospicue somme di denaro a favore dei conti correnti” dei tre figli della 71enne, per l’apparente acquisto di beni e servizi, spesso dai nomi fantasiosi, da utilizzare per il mantenimento del canile e di cui invece non vi sarebbe traccia nella documentazione fiscale.
Gli inquirenti hanno evidenziato una “continua distrazione di denaro pubblico”, pari ad oltre 104 mila euro, tale da giustificare il sequestro preventivo di beni alla donna per un ammontare di pari importo.
Ben diverso sarebbe stato invece il trattamento riservato agli animali: già circa 2 anni fa, gli inquirenti avevano posto i sigilli alla struttura rifugio di Campo Calabro (LEGGI) per delle gravi carenze strutturali ed igienico sanitarie in cui versava e tali da far scattare nei confronti del gestore anche il reato di maltrattamento agli animali, oltre che contestazioni per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale, diffamazione e minacce rivolte nei confronti di un’altra indagata, ed il reato di violazione dei sigilli di area sequestrata.
Il Servizio veterinario dell’ASP di Reggio Calabria ha emesso di recente un relativo provvedimento di revoca delle autorizzazioni sanitarie a suo tempo rilasciate.
Pertanto, da circa un mese sono state avviate le procedure di sgombero dei cani ospitati nella struttura per i quali si sta provvedendo a trasferirli in altri canili, previa individuazione dei proprietari, risultati per la maggior parte riconducibili alle amministrazioni comunali convenzionate con la struttura ed alla stessa associazione LNDC, nonché a singoli privati che detenevano i propri animali all’interno della struttura.
Le indagini proseguono per chiarire i ruoli di altri soggetti risultati a vario titolo coinvolti nella vicenda e la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti.