‘Ndrangheta: Bova, Stato ha conseguito importanti risultati
"Importanti risultati operativi sono stati conseguiti sotto il profilo dell'ordine pubblico in questa citta' e in Calabria. Negli ultimi anni, le forze dell'ordine e la magistratura hanno inflitto alle cosche di 'ndrangheta colpi durissimi: latitanti tra i piu' pericolosi assicurati alle patrie galere, processi conclusi con condanne severe confermate in appello, ingenti patrimoni sequestrati prima e confiscati poi. Tuttavia, e' innegabile che ci troviamo di fronte ad una situazione gravissima ed inedita, che impone a tutti quanti, ciascuno per il proprio ruolo, di fare molto di piu' rispetto a quanto non sia avvenuto sino ad oggi. In pochi giorni, con la bomba alla procura generale di Reggio e i drammatici fatti di Rosarno, al cospetto dell'intero Paese e' emersa, in tutta la sua crudezza ed evidenza, la complessita' della difficile condizione della Calabria".
Lo ha detto il presidente del consiglio regionale Giuseppe Bova, parlando in occasione del convegno promosso da Siulp e Cisl alla presenza del minsitro dell'Interno Roberto Maroni e del segretario nazionale della confederazione sindacale Raffaele Bonanni.
"Tutto questo - secondo Bova - impone maggiori investimenti nel comparto sicurezza, a partire dalle sedi maggiormente esposte: piu' uomini, piu' mezzi, piu' risorse. Se la 'ndrangheta e' la piu' ricca, potente e pericolosa organizzazione criminale d'Europa e tra le piu' pervasive del pianeta, il sistema di intelligence e di sicurezza italiano deve compiere un ulteriore grande sforzo nell'azione di contrasto e di repressione di questo fenomeno criminale. Ben vengano, dunque, iniziative come questa, che stimolano una riflessione approfondita su questioni cosi' delicate e cosi' cruciali per la crescita e lo sviluppo della Calabria e dell'intero Paese". Bova ha poi rinnovato una richiesta gia' avanzata al presidente della Repubblica: " I picciotti di 'ndrangheta - ha detto - non hanno bisogno di emigrare. I ragazzi di Calabria spesso e assai numerosi si arruolano nell'Esercito per difendere questo Paese. Ma il sistema di difesa nazionale, sul piano logistico, e' rimasto ancorato al modello dell'era della guerra fredda, mentre oggi il pericolo arriva dal terrorismo internazionale, anche di matrice islamica. Perche' allora - ha continuato - non stanziare stabilmente in questa regione, che ha posizione baricentrica nel Mediterraneo, una seconda brigata di cinquemila uomini? Sarebbe un modo per rafforzare i presidi di legalita' sul territorio e per consentire ai giovani meridionali che scelgono di difendere la Patria con una divisa indosso di sostanziare un'immagine forte e positiva e di rappresentare un significativo modello di riferimento. E' un'idea, come tale - ha concluso - noi ve la offriamo".