Omicidio Pesaro, Mirabelli (Pd): “La famiglia di Marcello era stata minacciata”
La famiglia di Marcello Bruzzese era in pericolo e la ’ndrangheta stava continuando a minacciarla.
È quanto emerge dalle dichiarazioni del sottosegretario Gaetti e del generale Aceto e confermato dal senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione Antimafia, al termine della riunione in ufficio di presidenza.
Da qui ne è partito l’attacco al ministro dell’Interno: “Per questo è stata ancor più grave e inopportuna la dichiarazione di Salvini in cui, quasi a giustificare l’accaduto, sottolineava la richiesta del protetto, fatta 7 anni fa, di fuoriuscire dal programma di protezione”.
“Alla luce di questa considerazione è necessario che il ministro degli Interni venga in commissione Antimafia a spiegare cosa non ha funzionato a Pesaro di chi sono le responsabilità di quanto accaduto”.
Infatti - ha reso noto il presidente della commissione Nicola Morra, dei 5Stelle - i prossimi ad essere ascoltati saranno proprio “Salvini e i magistrati che stanno indagando sull’omicidio”. L’audizione potrebbe tenersi l’8 o il 9 gennaio.
Le indagini della Dda di Ancona, intanto, continuano a concentrarsi sulla caccia ai due killer e, quindi, sulle immagini immortalate dalle telecamere di videosorveglianza.
Nel frattempo le prime risposte dell’autopsia, eseguita dal medico legale Manuel Papi, confermano che i colpi sparati sono stati concentrati alla testa e al torace di Bruzzese.
Intanto le forze dell’ordine hanno fatto sparire i nomi dalle targhette fuori dall’abitazione di Bruzzese, mentre la famiglia si sarebbe trasferita, forse sempre a Pesaro, dal momento che l’intenzione sempre dichiarata era stata quella di non spostarsi dalla città in cui vanno a scuola i figli.