Giro di droga a Cortale. Fermati cinque “pusher”, rifornivano anche i comuni vicini
Alle prime ore del mattino di oggi i carabinieri di Girifalco hanno eseguito un’ordinanza applicativa cautelare, emessa dal Tribunale di Lamezia Terme, nei confronti di cinque persone di Cortale, con la contestuale perquisizione delle loro abitazioni.
Il Gip, concordando con la richiesta formulata dal Pm, ha disposto infatti gli arresti domiciliari per Matteo Cracolici, 19enne tagliaboschi cortalese, e Davide De Santi, 21enne in attesa di occupazione; l’obbligo di dimora per Luca Barbieri, 28enne commerciante; l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per Giovanni Pullì, 19 anni, e Giovanni Vinci, 37 anni, anch’essi in attesa di occupazione ed entrambi di Cortale.
Il provvedimento arriva al termine delle indagini iniziate a settembre del 2017 e durate fino al luglio dell’anno scorso portando a contestare agli indagati diversi reati: estorsione, rapina, porto di armi ed oggetti atti ad offendere, lesioni, detenzione e spaccio di stupefacenti.
L’indagine, supportata da intercettazioni telefoniche e video, avrebbe fatto luce scoprire su un traffico di droga tra giovani, “capace di creare – secondo gli inquirenti – un rapporto di debito e di credito tra spacciatori e consumatori”.
Le investigazioni, come dicevamo, sono partite nel settembre di due anni fa dopo il violento pestaggio di un cittadino avvenuto nei pressi del bocciodromo di Cortale.
I CENTO EURO DI COCA NON PAGATA
Già dai primi accertamenti gli investigatori ritennero che Pullì, insieme ad amici, avesse prelevato a casa la vittima, portandola nell’area dove si trovavano De Santis e Barbieri, con l’obiettivo di sollecitarle il pagamento di un grammo di cocaina, acquistato presso di loro qualche giorno prima per 100 euro.
Alla richiesta di altro tempo per saldare il debito, il gruppo si sarebbe così spazientito, minacciando e aggredendo il malcapitato, ed anche picchiandolo a mani nude e con un bastone. Soltanto le grida delle persone che abitavano nelle vicinanze avrebbero portato gli aggressori a fermarsi per poi allontanarsi. La vittima riportò però delle lesioni, compresa una frattura al braccio destro.
La tesi dell’accusa è che nei giorni successivi De Santis, tramite Vinci, avrebbe aumentato l’importo del debito portandolo da 100 a 150 euro, decidendo che il giovane l’avrebbe dovuto pagare all'istante, sotto la minaccia di ritorsioni, come quella dell’incendio dell’auto di famiglia.
Accompagnato da Vinci, la vittima avrebbe così prelevato al bancomat 100 euro, consegnandoli e pregando i suoi creditori di non obbligarlo a pagare altro denaro, ricevendo tuttavia ancora una volta ed in risposta un’opposizione perentoria.
DALLA DENUNCIA ALLE INTERCETTAZIONI
Sarebbe stato a questo punto che la vittima, ferita e frustrata dalle continue richieste senza appello, avrebbe deciso di non dare i restanti 50 euro, denunciando il fatto ai Carabinieri.
I militari hanno quindi sentito le persone a conoscenza dei fatti, e sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, hanno avviato le indagini, anche con intercettazioni telefoniche, videoregistrazioni, tracciamenti GPS sulle auto, utilizzando militari in borghese per tenere sotto osservazione e pedinare i presunti responsabili e ricostruire le dinamiche “economico-relazionali” di quello che gli stessi investigatori definiscono come “un contesto delinquenziale forse periferico ma non di meno preoccupante”.
Dalle intercettazioni telefoniche, difatti, sarebbero emersi la detenzione e lo spaccio di droga - in particolare di marijuana - da parte di De Santis e Cracolici, che l’avrebbero ceduto nel loro territorio ad acquirenti provenienti anche dai comuni vicini.
Come nel caso di uno straniero, un filadelfiese, fermato e trovato nella sua auto con circa 59 grammi di marijuana, che si ritiene sia stata acquistata dai due giovani e per questo denunciato per detenzione ai fini di spaccio.
Telecamere piazzate nell’abitato avrebbero inoltre contribuito a rivelare agli inquirenti gli anfratti dove De Santis e Cracolici nascondevano lo stupefacente.
De Santis, tra l’altro, è stato arrestato in flagranza per detenzione ai fini di spaccio dopo che durante le perquisizioni è stato trovato con 0,45 grammi di cocaina e altri circa 190 di marijuana, suddivisa in sette involucri di vario peso. L’uomo la teneva nascosta tra gli abiti, i cassetti di un comodino e in una stufa a pellet.
LA DROGA NASCOSTA NEI CONTATORI DI LUCE E GAS
In corrispondenza di uno di questi, in particolare, localizzato nella cassetta del contatore dell’acqua e del gas di una abitazione abbandonata, i Carabinieri hanno filmato i due mentre riponevano o si rifornivano, all’occorrenza, dello stupefacente.
I militari hanno ripreso ed intercettano anche il momento in cui tra i due si commentava la sostituzione di circa 55 grammi di marijuana con dei comuni fiori di campo, essendo stata quest’ultima e nel frattempo scoperta e sequestrata.
Un sequestro di circa 30 grammi di marijuana è stato effettuato nel frattempo in un’altra abitazione stagionale, nei pressi della casa del Cracolici, ancora una volta nella cassetta esterna del contatore.
Per gli inquirenti, dunque, l’insieme degli elementi raccolti disvelerebbero “un non trascurabile scenario di disagio giovanile nel piccolo centro della provincia, i cui apici devianti sono spiccati per efferatezza e connotato reati gravi, scrupolosamente perseguiti”.