FederAgri, De Marco: “baraccopoli di San Ferdinando schiaffo all’umanità”
«Non possiamo più voltare la faccia dall'altra parte, ne spegnere i riflettori dopo i morti che ci sono stati su una condizione tanto disumana quanto incivile come la baraccopoli di San Ferdinando». Finito il clamore mediatico che segue la morte di un migrante, Leonardo De Marco, vice segretario regionale e componente dell’esecutivo nazionale della Federagri , interviene per tenere viva l'attenzione sulla «disastrosa ed inumana condizione» in cui versano quotidianamente i migranti di San Ferdinando, a pochi giorni dall'ultima vittima dell'ennesimo rogo tra le baracche fatiscenti che ogni anno accolgono decine di migranti.
Dopo il rogo che a metà febbraio ha ucciso il ventinovenne di nazionalità senegalese, Moussa Ba, ed i clamori mediatici che ne sono seguiti per pochi giorni «ora tutto - afferma De Marco - sembra ritornato nell'oblio che lo accompagna da sempre. Il mondo agricolo regionale, ma soprattutto le istituzioni nazionali a partire dal Governo e scendendo a cascata le autorità regionali, provinciali e comunali, non possono far finta che San Ferdinando non esista».
«Bisogna accelerare i tempi d’intervento – ha concluso - per consegnare a questi uomini e donne che li sono accampati in condizioni al limite della decenza una vivibilità, in altri e più idonei spazi, che li riconsegni ad una umanità vera, ad una accoglienza reale, ad un senso civico che non è quello che oggi vivono. Tutto questo è necessario ed urgente perchè fa appello alla nostra dignità di uomini e donne che abitano al loro fianco. Bisogna restituire ai migranti, che tra l'altro vivono già una condizione di sfruttamento ad opera di caporali senza scrupoli, almeno una condizione di dignità personale che fa appello alla nostra coscienza».