Cosenza: acqua potabile contaminata da batteri fecali. Morra presenta esposto in Procura
L’acqua che scorre dai rubinetti dei cittadini di Cosenza sarebbe inquinata. A sollevare il grande dubbio sul prezioso bene primario, usato per lavarsi e uso domestico, è stato il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Nicola Morra, che nel pomeriggio di ieri, 16 marzo, è sceso nella piazza 11 Settembre del capoluogo bruzio per informare i cittadini sui dati batteriologici dell’acqua servita dal 2018 dalla rete idrica cittadina.
“Dai prelievi effettuati e verificati dalla stessa Azienda Sanitaria Provinciale alcune fontanelle pubbliche della città offrivano dal 2018 acqua con presenza di batteri coliformi e di escherichia coli che la legge non consente. Le fontane – ha detto Morra - rappresentano il terminale di una rete idrica che si snoda sul territorio servendo rioni e interi quartieri!
E se l’acqua in quel punto risulta contaminata, secondo il rappresentante Pentastellato è presumibile “che lo sia anche quella degli appartamenti nelle palazzine immediatamente adiacenti alla fontanella. L’obbligo previsto dalla legge era quello non soltanto di provvedere a ripristinare la potabilità, ma soprattutto di informare i cittadini”.
Il senatore cosentino nell’occasione che ha reso pubblico un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Cosenza ed ricordato che “a fine ottobre l’Unità Igiene dell’Asp di Cosenza ha chiesto di disporre la sanificazione della rete che confluiva nelle fontane di: via Romualdo Montagna, via Massaua, piazza ex Gil, via Mondello e piazza della Vittoria”.
Le loro acque, come segnalato al sindaco, al responsabile del Settore Acque del Comune di Cosenza e alla Geolab, dalle analisi microbiologiche effettuate dall’Arpacal risultavano con una carica di batteri coliformi ed escherichia coli superiore al limite consentito dalla legge.
Era stato inoltre richiesto al Comune di avvisare la cittadinanza di usare l’acqua a soli scopi igienici. Situazione che è stato accertato ripresentarsi anche a gennaio 2019.
“Sia nei giorni immediatamente successivi all’intervento di bonifica sia comunque prima dell’intervento,- aggiunge Morra - la popolazione poteva essere dissuasa da usare l’acqua. Le famiglie ne fanno un uso potabile: per cucinare, per lavarsi. Detergere il corpo con acqua ricca di colibatteri, ho appreso poche ore fa, può dare gravi problemi. Tutto questo doveva essere evitato attraverso un’informazione che correttamente doveva essere fornita ai cittadini di Cosenza”.
Il presidente della Commissione Antimafia sostiene poi di aver appurato che sul sito del Comune così come sull’albo pretorio e sulla stampa locale “ordinanze in tal senso non ce ne sono e ci sembra non ci sembra ci siano state. Abbiamo quindi sottoposto questa nostra riflessione, attraverso un esposto alla Procura della Repubblica di Cosenza”.
“A Cosenza - aggiunge l’esponente del Movimento Stelle - c’è lo storico problema dell’approvvigionamento idrico, nonostante sia in un territorio ricchissimo di acqua. Se poi scopriamo che la qualità di quest’acqua forse non è la migliore possibile, anche a tutela della salute pubblica, qualche dubbio ce lo abbiamo sulle autorità che dovrebbero garantire la salute di noi cittadini. Per troppi mesi abbiamo assistito ad un rimbalzo di responsabilità tra Sorical e Comune.”
“A noi interessa che qualcuno in Procura magari, approfondisca il tutto perché dobbiamo difendere la salute dei cittadini. Che poi sia responsabilità dell’uno e dell’altro, lo dovrà decidere un magistrato qualora si accerti la responsabilità. Vorremmo solo essere rassicurati in merito alla qualità dell’acqua che viene immessa nella rete”, ha concluso Morra.
Sulla questione è stata avviata una raccolta firme per chiedere che i cittadini vengano informati sulla qualità dell’acqua che sgorga nei propri rubinetti.