Caso Riace: la posizione di Lucano migliora ma parte l’attacco a Salvini

Reggio Calabria Cronaca

Si prospetta la chiara possibilità di poter tornare presto a casa per Mimmo Lucano, il sindaco sospeso di Riace. La Corte di Cassazione ha infatti decretato che “mancano indizi di comportamenti fraudolenti messi in atto da parte del sindaco Lucano per assegnare appalti”.

Le delibere e gli atti di affidamento, si legge nelle motivazioni depositate ieri e relative all’udienza che lo scorso 26 febbraio, si è conclusa con l’annullamento con rinvio del divieto di dimora a Riace, la cittadina calabrese diventata un simbolo per l’accoglienza dei migranti.

La misura cautelare era stata disposta dal Tribunale della libertà di Reggio Calabria lo scorso 16 ottobre nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Locri che ha rinviato a giudizio Lucano.

I giudici di piazza Cavour ravvisano elementi indiziari a carico di Lucano per il suo essersi speso a favore della permanenza in Italia della sua compagna Lemlem Tesfahun, eppure si deve considerare in questo caso “la relazione affettiva” che va considerata, assieme alla condizione di incensurato di Lucano, prima di decidere nuovamente per il mantenimento del divieto di dimora. L’udienza è aggiornata al 4 aprile.

INTERVISTA SU RADIO CAPITAL E ATTACCO A SALVINI

A seguito della sentenza, Lucano è stato intervistato su Radio Capital a “Circo Massimo” dove ha affermato: “Il mio auspicio è che ci sia giustizia: spero con tutto il cuore che il divieto di dimora possa cadere. Io comunque rifarei tutto quello che ho fatto”.

Da qui è partito uno sfogo del sindaco, che si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, e tra le righe ha attaccato il Ministro Salvini.

“Io sono l’ultimo, sono debole, ma sono pronto a difendermi ‘nel’ processo e non ‘dal’ processo. Salvini che è così forte ha avuto paura di farsi processare (per il caso Diciotti, ndr)”, ha detto Lucano che però assicura di non voler polemizzare: “non mi interessa la parte politica che lui rappresenta ha come argomentazioni solo denigrazione e cattiverie. Ho detto, e lo ribadisco, che un cristiano non può votare per Salvini, perché i valori del cristianesimo sono antitetici a quelli che lui rappresenta politicamente.”

Lucano ha concluso: “Tutto il quadro accusatorio è ancora da definire e la richiesta di rinvio a giudizio andrà avanti: ora dobbiamo aspettare per capire se verremo rinviati a giudizio. Non ho mai detto ‘sono innocente’: lo deve dimostrare chi ha la competenza, noi ci difendiamo ‘nel’ processo e non ‘dal’ processo”.

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