Operazione Xenia, la Procura di Locri chiede rinvio a giudizio per Mimmo Lucano
Rinvio a giudizio per Domenico Lucano, sindaco sospeso di Riace. È la richiesta della Procura della Repubblica di Locri. Lucano, lo ricordiamo, è indagato nell'ambito dell'inchiesta “Xenia” (LEGGI) per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina attraverso dei presunti matrimoni irregolari (LEGGI) e per il fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Al momento è sottoposto al divieto di dimora nel suo paese.
L'udienza preliminare dinnanzi al Gup di Locri è stata fissata per il primo aprile. Lucano, il 2 ottobre del 2018, era stato sottoposto agli arresti domiciliari, poi revocati (LEGGI).
Il rinvio a giudizio era stato già confermato dalla Corte di Cassazione, ma limitato soltanto al reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, mentre era stato accolto il ricorso della difesa relativamente alla “turbata libertà di scelta del contraente”, in merito all'affidamento del servizio rifiuti del Comune a cooperative gestite da migranti.
I finanzieri hanno poi notificato l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare nei confronti di 30 imputati. I reati contestati, a vario titolo sono di associazione per delinquere; truffa, con corrispondente danno patrimoniale per lo Stato per oltre 350 mila euro; abuso d’ufficio, ottenendo un ingiusto vantaggio patrimoniale per oltre 2 milioni di euro; peculato, distraendo fondi pubblici per oltre 2,4 milioni; concussione, frode in pubbliche forniture, falso e appunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Nel frattempo la Cassazione ha annullato l’obbligo di firma per la compagna di Lucano, Tesfahun Lemlem, accusata anche lei di favoreggiamento dell'immigrazione.
La Sesta sezione ha annullato senza rinvio l'ordinanza con cui il Riesame di Reggio Calabria, nello scorso ottobre, aveva alleggerito la misura cautelare per la donna, precedentemente sottoposta al divieto di dimora a Riace.
(ultimo aggiornamento 12:55)