L’Inps gli chiede 300 mila euro, va alla Cciaa e trova la soluzione: dammi il 10% è ti chiudo la faccenda
Una vicenda quasi paradossale ma che potrebbe capitare a chiunque. Al centro un cittadino che si rivolge ad un ufficio come quello della Camera di Commercio per risolvere un serio problema economico con l’Inps e ma che si ritrova suo malgrado coinvolto addirittura in una concussione.
La storia, in particolare, riguarda un catanzarese ormai da anni emigrato in Germania: all’inizio degli anni ’90 aveva lasciato infatti la sua terra e i propri affetti per affrontare un futuro che prometteva dignità, sebbene oltre i confini dell’Italia.
Tutto ha inizio 25 anni fa, nel 1994, quando l’uomo, un imprenditore originario del capoluogo, decide di cambiare radicalmente le sorti della sua vita: chiude così il suo ristorante, nel quartiere Gagliano, per trasferirsi all’estero.
Solo poco più di un anno fa, malauguratamente, scopre però che a causa di qualche svista burocratica l’Inps gli chiede 300 mila euro per il mancato versamento degli oneri previdenziali maturati dalla data di chiusura del locale fino al 2018.
Inizia così il calvario dell’imprenditore che decide di rientrare in Italia per tentare di risolvere la questione. Si reca allora alla Camera di Commercio di Catanzaro, dove trova un dipendente 62enne della stessa, S.T., a cui racconta la sua vicenda.
L’impiegato, inizialmente, è categorico nel sostenere che non vi sia nulla da fare per risolvere il problema, ma poi ecco che spunta una soluzione: il debito si potrebbe anche cancellare, ma il malcapitato dovrebbe sborsare il 10% della somma pignorata, cioè 30 mila euro, al dipendente della Camera di Commercio.
L’imprenditore si dice però impossibilitato a pagare quella somma, e spunta anche l’alternativa: “se la Partita Iva non l’ha adoperata negli ultimi 10 anni - gli viene proposto - c’è una legge a suo favore; basta pagare un contributo di 4.000 euro che naturalmente incasso io (il dipendente della Cciaa, ndr) e se mi dai altri 2.000 euro chiudiamo la pratica cancellando tutto”.
In pratica, il pubblico ufficiale, vantando la sua posizione e prospettando così la risoluzione del problema, sarebbe riuscito a far leva sulle difficoltà e l’emotività del commerciante che, da parte sua, non vedendo l’ora di scrollarsi di dosso un simile macigno, cede alle richieste di denaro, la prima delle quali viene soddisfatta in un incontro risalente al Gennaio del 2018, quando pagherà mille euro.
L’imprenditore continuerà anche durante il resto dell’anno a versare altre somme, ma si renderà poi conto che era tutto illegale e così decidendo di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Catanzaro Lido.
Nella mattinata di venerdì scorso i militari hanno predisposto un servizio di osservazione per monitorare l’incontro tra l’imprenditore e l’impiegato, riuscendo, insieme ai colleghi di Santa Maria, ad accertare il passaggio di denaro che è avvenuto proprio dentro la Camera di Commercio, dove la vittima ha consegnato al dipendente la somma pattuita.
I carabinieri sono intervenuti fermando l’impiegato con le banconote appena consegnate ed arrestandolo con l’accusa di concussione.
Il 62enne è stato messo ai domiciliari fino a stamani quando si è tenuta l’udienza di convalida, durante la quale è stata disposta a suo carico l’interdizione dai pubblici uffici per un anno, periodo durante il quale ovviamente non potrà più svolgere la sua attività lavorativa.