Omicidio Vangeli, s’aggrava la posizione dei Prostamo
Si fa più pesante la posizione a carico di Antonio e Giuseppe Prostamo, i due fratelli di 30 e 34 anni, ritenuti i responsabili dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Francesco Vangeli, il 26enne scomparso da Scaliti di Filandari e di cui non si hanno più tracce dalla sera del 10 ottobre scorso (LEGGI).
La Dda di Catanzaro ha infatti chiesto ed ottenuto dal Gip distrettuale una nuova ordinanza per i fratelli che reitera le accuse, ed accogliendo la richiesta riformulata dalla Procura antimafia che prevede per loro ancora il carcere.
Ad uno dei due, Giuseppe, viene contestato ora anche l’omicidio oltre a una serie di reati tutti aggravati dal metodo mafioso.
DOPO LA SCOMPARSA di Vangeli gli investigatori avevano già indirizzato la loro attenzione sui fratelli di San Giovanni di Mileto (LEGGI).
Un elemento rilevante per il caso quanto venne dichiarato poi dalla mamma della vittima, Elsa Tavella, secondo la quale vi sarebbe stato un movente passionale alla base dell’assassinio del figlio. La donna si era detta infatti certa che il 26enne si fosse innamorato della donna sbagliata e che la contendesse con l’uomo sbagliato, un uomo “vicino” alla criminalità organizzata (LEGGI).
LA PRIMA SVOLTA nelle investigazioni arrivò con l’avviso di garanzia a carico dei Prostamo, nel novembre del 2018. Poi, siamo a luglio di quest’anno, il fermo di indiziato di delitto a carico di uno dei fratelli, Antonio, ritenuto come un esponente di spicco dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di San Giovanni di Mileto, finito in carcere con l’accusa di omicidio aggravato dalle modalità mafiose e distruzione di cadavere (LEGGI).
LA TESI è che l’allora 27enne di Scaliti sia stato ucciso a colpi di fucile e poi avvolto in un sacco e infine gettato nel fiume Mesima. Il corpo si presume sia stato così trascinato dalle correnti fino alla foce e finendo poi in mare.
Nell’omicidio sarebbe coinvolto anche il fratello Giuseppe (già in carcere per detenzione d’arma clandestina) accusato degli stessi reati.
Non si esclude infine che i due possano essere stati aiutati anche da altri complici. Gli investigatori, difatti, stanno continuando ad indagare per identificare i possibili fiancheggiatori dei Prostamo.