Omicidio alla Ferriata: ammazzato per la droga? Presunto killer “incastrato” da una telecamera

Crotone Cronaca
Da sinistra: Giovanni Tersini e Paolo Cusato

Certamente ci sono ancora molti punti se non oscuri quantomeno ancora poco chiari nella vicenda dell’omicidio di Giovanni Tersigni, il 36enne morto in ospedale dopo essere caduto vittima di un agguato nel centro storico di Crotone, in piazza Albani, zona meglio nota come la “ferriata” (QUI).

Innanzitutto il movente dell’assassinio, ancora tutto da definire, così come quante persone abbiano partecipato alla sparatoria.

Ma gli inquirenti su una cosa sembrano piuttosto certi, ovvero chi sia stato a fare fuoco quella sera di sabato, e con questa certezza hanno già arrestato un 30enne, Paolo Cusato, crotonese anche lui residente nel centro storico e già sorvegliato speciale (QUI).

Ad incastrarlo sarebbero le immagini di una telecamera di sorveglianza e nelle quali, in via Risorgimento, in pratica lungo la strada che da piazza Duomo conduce al Castello, viene immortalato mentre getta via una busta poco dopo il fatto di sangue.

Recuperato il “pacchettogli uomini della mobile e delle volanti crotonesi vi ritroveranno una pistola semiautomatica calibro 7.65 (con matricola abrasa, colpo in canna e cane armato), compatibile con l’arma usata per ammazzare Tersigni, ma anche dei guanti in lattice, un berretto da baseball ed una polo blu.

Inoltre, nel corso di una perquisizione a casa dello stesso Cusato sono stati ritrovati degli indumenti corrispondenti a quelli indossati dall'assassino.

Troppi indizi in mano agli investigatori, pertanto, per non farli giungere alla conclusione che la mano che ha sparato alle 19 del 7 settembre scorso sia proprio quella di Cusato, per il quale dunque è scattato l’arresto in quasi flagranza per omicidio e per cui si sono spalancate le porte del carcere.

LE INDAGINI E IL CONTESTO “AMBIENTALE”

Le indagini che hanno portato al suo fermo non sono state certamente facili per gli uomini del capo della Mobile, Nicola Lelario (costretto per questo e tra l’altro a dover rientrare precipitosamente dalle meritate ferie) e del suo vice, Antonio Concas.

Il contesto ambientale” in cui si è consumato il delitto, infatti, non è certo di quelli per così dire “collaborativi”. Una volta avvisati dal pronto soccorso e giunti sul luogo, gli agenti hanno fatto molta fatica, difatti, a inquadrare esattamente l’accaduto, tra chi riferiva di una persona a far fuoco e chi sosteneva invece fossero diverse.

Un clima oseremmo dire “omertoso” che ha costretto gli investigatori a far conto solo sulla loro esperienza ed a mettere in campo tutte le proprie conoscenze del territorio oltre che acquisire immediatamente le riprese delle videosorveglianze installate nel perimetro della scena del crimine.

La fortuna ha così voluto che in alcuni frame di una telecamere - non tanto distante dal luogo - riconoscessero la figura di Cusato, fino al ritrovamento, come dicevamo, della busta con dentro la pistola.

Contestualmente sono scattate anche una serie di perquisizioni che hanno portato a scoprire in casa di un altro degli arrestati di oggi, un bulgaro appena 22enne, Dimitrov Todorov Dimitar, di un chilo di eroina di cui è accusato ora della detenzione.

Sommando tutti i fattori “investigativi”, ovvero i piccoli precedenti per droga della vittima, quelli del presunto assassino e la droga rinvenuta, i poliziotti ritengono così di poter ipotizzare che il delitto sia maturato proprio negli ambienti degli stupefacenti.

L’IPOTESI DI UN AVVERTIMENTO FINITO MALE

Sabato scorso, insomma, non si può escludere che Tersigni possa essere stato fatto oggetto di un “avvertimento” purtroppo finito male, con quei colpi (non è ancora chiaro se cinque, saranno ulteriori analisi a stabilirlo) che lo hanno attinto mortalmente alla gamba e ad un gluteo, facendogli perdere molto sangue e rendendo inutile, loro malgrado, il lavoro dei medici che lo avevano sottoposto immediatamente ad un intervento chirurgico.

Entrato in ospedale ancora cosciente, tanto da lasciare sperare in una sua ripresa, il 36enne spirerà infatti a mezzanotte e mezzo.

Le indagini intanto non si fermano qui: gli investigatori della mobile voglio comprendere se all’agguato mortale abbiano partecipato infatti altri soggetti e ovviamente inquadrare meglio la dinamica dell’omicidio.