Lettere. Papà malato terminale e l’ultimo sorriso tra le braccia “umane” dell’Hospice San Dionigi
Riceviamo e pubblichiamo.
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“Prendersi cura del paziente con specifiche terapie del dolore, trattamento dei sintomi, riattivazione e preservazione delle funzioni fisiche, particolare attenzione alla sfera psicologica, sociale e spirituale non solo del paziente ma di tutto il suo entourage familiare: queste le principali funzioni degli Hospice e questo è quanto abbiamo riscontrato nella struttura “San Dionigi” di Crotone che negli ultimi mesi ha ‘ospitato’ nostro padre, Angelo Ierardi, che è venuto a mancare nei giorni scorsi.
Una struttura nuova, dedicata ai malati terminali che hanno bisogno non solo di cure ma soprattutto sostegno psicologico e umanità, quell’umanità riscontrata solo presso il ‘San Dionigi’ dove i pazienti sono prima di tutto essere umani, quell’umanità non pervenuta negli altri ospedali.
Il dolore ti colpisce inatteso e ti tramortisce, ti senti come un pugile appena atterrato da una scarica di colpi alla testa e alla bocca dello stomaco. All’inizio non capisci nemmeno bene ciò che sta succedendo, ma poi purtroppo devi fartene una ragione.
Dal medico alla psicologa, agli infermieri, agli Oss, a chi fa le pulizie, al guardiano (e speriamo di non aver dimenticato nessuno), ognuno di loro ha per l’ammalato e per i parenti un sorriso, una cortesia, un aiuto e un supporto medico e umano. Entrano sempre in punta di piedi, nella stanza come nel tuo cuore, leniscono la sofferenza fisica e quella dell'anima. Ogni cosa al ‘San Dionigi’ ti viene spiegata con un sorriso, tanta pazienza e comprensione.
Nostro padre in questa struttura si sentiva come se fosse in un hotel a 5 stelle ed ha vissuto gli ultimi mesi della sua vita in armonia.
Ora è arrivato il momento di dire Grazie, Grazie a tutti ed in particolare modo al direttore sanitario dottor Cretella che ha subito accolto papà; al dottor Cuzzocrea che con le sue interminabili chiacchierate dava ascolto a nostro padre; al caposala Francesco Greco sempre super disponibile; all’infermiera Elisabetta Cardace che con la sua dolcezza e competenza era una delle ‘preferite’ di papà.
Grazie a tutti, ma proprio tutti, coloro che lavorano al San Dionigi”.
Famiglia Ierardi