Omicidio Pino. Ammazzato per un raptus di gelosia, li segue e poi lo fredda a bruciapelo
Ha prima seguito la moglie, a bordo della sua vettura, una Hyundai Atos, mentre era insieme al nuovo compagno. Ha poi aspettato che quest’ultimo fosse da solo e appena visto che stava rientrando a casa in auto, gli si è avvicinato al finestrino del lato guida, ha estratto una pistola, una Beretta calibro 7.65, ha probabilmente sporto il braccio all’interno dell’abitacolo (dentro saranno infatti trovati dei bossoli) e gli ha sparato contro tre colpi a bruciapelo, lasciando la vittima morta sul sedile.
Poi è fuggito, sempre con l’auto, abbandonando successivamente e alla periferia di Lamezia Terme l’arma utilizzata, ritrovata più tardi e risultata con la matricola abrasa.
Questa la ricostruzione dei carabinieri della città della Piana che ritengono di aver risolto il caso dell’assassinio, avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsi, di Angelo Pino, 52enne ex agente della penitenziaria ormai in congedo, ritrovato cadavere nella sua auto, in via F. Costabile, in prossimità della chiesa Maria Santissima delle Grazie di Sambiase (QUI).
Ieri la svolta, a distanza di poche ore dal fatto, con il fermo di Giuseppe Guadagnuolo, 54enne del posto. I militari lo hanno arrestato domenica sera, intorno alle 6 e mezza (QUI), al termine di un’attività d’indagine avviata nell’immediatezza del fatto di sangue ed eseguendo a suo carico un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme. Guadagnolo dovrà ora rispondere dei reati di omicidio e di porto, detenzione e ricettazione di arma clandestina.
LE INDAGINI, condotte dai Carabinieri della compagnia locale, sono state sviluppate con attività tecniche che hanno previsto delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, ma anche l’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza dell’area cittadina e con il repertamento di tracce biologiche e dattiloscopiche, la cui comparazione di quest’ultime è stata possibile con la tempestiva collaborazione degli specialisti del Ris, il Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina.
È così che gli investigatori ritengono dunque di aver documentato dei gravi indizi di colpevolezza a carico di Guadagnuolo riscostruendo la dinamica dell’omicidio e confermando la tesi che il presunto assassino abbia commesso il fatto accecato dalla gelosia per l’ex moglie, da cui è separato da alcuni mesi. La coppia, che ha una figlia, era infatti in attesa della udienza formale di separazione.
Il 54enne, una volta espletate le formalità di rito, è stato portato nella casa circondariale di Catanzaro dove resterà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.