Applausi ai funerali di Nino Candido. Il vescovo: “Dolore incolmabile provocato da odio cieco”
“Antonio sapeva, come ogni vigile del fuoco sa, che ogni volta che usciva dalla caserma a sirene dispiegate andava incontro ad un pericolo, che gli avrebbe potuto costare la vita, ma usciva ugualmente, perché l’amore alla divisa del vigile del fuoco era qualcosa di grande per lui. Egli ha amato il suo lavoro e la divisa che indossava, ereditata dal servizio paterno”.
Queste le parole dell’arcivescovo di Reggio Calabria, Giuseppe Fiorini Morosini, nella lunga omelia durante i funerali di Antonino Candido, il vigile del fuoco reggino morto nell’esplosione a Quargnento (QUI).
"Il dolore per questa morte - ha proseguito Morosini - è incolmabile, come il dolore per ogni morte; ma tanto più incolmabile questo perché assurdo, provocato dall'odio cieco di chi si pone al di fuori dalle regole del vivere umano e civile e, ahimè, forse anche religioso".
Nel corso delle esequie, celebrate nel duomo della città dello Stretto, alla presenza dei familiari e gli amici e di numerosi reggini, Morosini ha parlato di eroismo.
“La certezza di trovarci dinanzi ad una morte che sa di eroismo e di offerta di vita per la sicurezza degli altri, sappiamo tutti, che tale sentimento non vi restituirà la vita di Antonio. Ma vi deve rimanere il ricordo dell’offerta che lui ha fatto per la vita serena dei cittadini. E questo nell’abisso del dolore in cui vivete vi dà grande forze e serenità. La sua lapide al cimitero non parlerà genericamente di una vita spezzata, della morte di un giovane. Quella lapide sarà indicata a ragazzi e a giovani come un giovane è posto come ideale per altri ragazzi e giovani per come sapersi giocarsi la vita dignitosamente”, ha detto il vescovo.
Un lungo applauso ha poi accompagnato l'uscita della bara, avvolta nel Tricolore e con sopra il suo casco di lavoro di Antonino dalla Cattedrale di Reggio Calabria.