Interessi sui prestiti del 121%. In manette presunto usuraio, sequestrati beni per 65mila euro
Interessi del 121,66% per ripagare prestiti ricevuti da un imprenditore lametino. È la situazione in cui si sarebbero trovati due commercianti della città della Piana che, per far fronte a difficoltà finanziarie si sarebbero rivolti all’uomo che gli avrebbe elargito il denaro ma cista l’impossibilità di vedersi restituire gli interessi usurai maturati nel frattempo, li avrebbe convinti a cedere le rispettive attività per incamerare il profitto.
Una conseguenza, quest’ultima, scongiurata fortunatamente grazie all’intervento delle fiamme gialle. Questa mattina infatti il gruppo della Guardia di finanza lametina ha eseguito un’ordinanza applicativa personale e reale nei confronti del presunto usuraio.
Il provvedimento, emesso dal gip del tribunale locale su richiesta della Procura della Repubblica, riguarda un uomo già gravato da precedenti specifici, e ritenuto, tra l’altro, affiliato ad un clan della criminalità organizzata locale.
Le indagini sono partite lo scorso agosto e hanno portato gli investigatori a scoprire i prestiti usurari ai due commercianti, che versavano in gravi difficoltà economiche.
Informata la Procura, sono state così avviate una serie di investigazione, grazie alle quali i finanzieri sono riusciti a ricostruire i rapporti finanziari ritenuti illeciti tra il presunto usuraio e le sue vittime.
L’uomo avrebbe erogato due distinti prestiti pretendendo interessi quantificati appunto nel 121,66%; le vittime avrebbero cioè ricevuto nel luglio del 2018 10mila euro a fronte del quale l’indagato avrebbe preteso il pagamento di mille euro mensili come rate di interessi.
Un altro prestito, con le stesse modalità, sarebbe stato poi erogato nel dicembre successivo e per un ammontare di 90mila euro: in questo caso l’indagato avrebbe preteso di interessi mensili per 9mila euro.
Condizioni che avrebbero portato i commercianti ad una situazione finanziaria di “non ritorno”: non riuscendo a pagare la somma i due avrebbero dato al loro “finanziatore” solo una minima parte degli interessi, quantificati in 32mila euro.
L’indagato grazie alle minacce sarebbe riuscito a convincerli a cedere le attività commerciali così da di incamerare il profitto, evento - come dicevamo - scongiurato grazie all’esecuzione dei provvedimenti giudiziari.
L’imprenditore lametino deve ora rispondere ai reati di usura aggravata, in quanto commessa a danno di persone esercenti attività di impresa ed in grave stato di disseto finanziario, ma anche di estorsione ed esercizio abusivo del credito.
Contestualmente, le fiamme gialle hanno sequestrato, su disposizione dell’autorità giudiziaria, i beni dell’uomo per un totale di 65mila euro. Sigilli che hanno interessato un suv e un’utilitaria e la somma di 32mila euro, pari agli interessi corrisposti dalle vittime dal mese di gennaio al mese di agosto di quest’anno.
Le indagini, nonostante la complessità e la delicatezza della vicenda e la ritrosia delle vittime nel riferire i fatti di cui erano a conoscenza, sono state portate a termine in circa sessanta giorni.