Un arsenale in casa del presunto usuraio: tra pistole e munizioni anche dell’esplosivo
Sette pistole, di cui due revolver e cinque semiautomatiche, tutte perfettamente funzionanti e ben oleate; dieci caricatori con 645 munizioni di vario calibro; un ordigno costruito artigianalmente, di circa un chilo; sette quintali di artifizi pirotecnici di varia categoria, in parte anche clandestini perché erano senza l’etichettatura e l’autorizzazione del Ministero dell’interno.
Queste le armi ritrovate a Lamezia Terme, dalla Guardia di finanza locale, durante una perquisizione in due appartamenti nella disponibilità di un indagato, anche se formalmente non riconducibili allo stesso uomo, Carmelo Furci (QUI).
All’interno i militari hanno scovato un vero e proprio arsenale, costituito anche da sette pistole, delle quali tre avevano la matricola abrasa o punzonata; due, invece, sono risultate rubate e per altrettante sono in corso gli accertamenti per stabilirne la provenienza.
I finanzieri hanno eseguito a carico di Furci un’ordinanza di misura cautelare personale e reale, disposta dal gip presso il tribunale di Lamezia terme, su richiesta della Procura, per le accuse si estorsione e usura (QUI).
È così così che hanno scoperto come uno degli appartamenti fosse stato adibito a deposito di materiale esplosivo, che è stato rimosso, dal momento che l’innesco avrebbe potuto arrecare gravi danni alle cose e soprattutto alle persone.
Le fiamme gialle hanno poi trovato nascoste in un’intercapedine di un mobile 167mila euro in contanti, suddivisi in “mazzette” confezionate sottovuoto, e ritenuti il provento dell’usura.
Negli appartamenti sono stati scoperti anche degli indumenti in dotazione alla polizia penitenziaria, sulla cui provenienza sono in corso le indagini del caso.
Furci, quindi, oltre ai reati contestatigli in precedenza, dovrà rispondere anche di detenzione abusiva di armi, ricettazione e detenzione illecita di materiali esplosivi ed esplodenti.