‘Ndrangheta. Scattano i sigilli ai beni del “finanziatore” del narcotraffico
Ammonta a oltre mezzo milione di euro il totale dei beni che stamani sono stati sequestrati a Giuseppe Suriano (classe 1977), imprenditore deceduto e considerato appartenente all’associazione mafiosa riconducibile a Tommaso Gentile, che si ritiene abbia una sua articolazione autonoma nella provincia di Cosenza ma in collegamento con altri gruppi ‘ndranghetistici.
Il provvedimento, eseguito dalla Dia di Catanzaro, è stato emesso dal Tribunale del capoluogo calabrese su proposta del Direttore della Divisione Investigativa Antimafia, il Generale Giuseppe Governale.
Suriano, coinvolto nel 2007 nell’ambito dell’operazione “Nepetia”, viene descritto nei relativi atti come un imprenditore “con rilevanti interessi economici nel territorio del basso cosentino e soggetto di notevole importanza nell’ambito della consorteria criminale” di riferimento.
Nel 2018, con l’operazione “Ares”, venne colpito da una misura cautelare con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, per la partecipazione ad un’associazione impegnata nel traffico di stupefacenti (QUI), per la quale avrebbe avuto un compito di finanziamento delle operazioni di approvvigionamento della droga. Allora gli contestò anche un tentativo di importare della cocaina dal Venezuela.
Il sequestro di oggi arriva al termine delle indagini patrimoniali condotte dalla Dia, e per la quale esisterebbe una netta sproporzione tra i redditi dichiarati da Suriano e dai componenti della sua famiglia, rispetto ai significativi investimenti effettuati, ritenuti come il frutto dei proventi accumulati da presunte attività illecite.
Nello specifico, i sigilli sono scattati per una villetta a schiera con piscina, un garage, un fabbricato, veicoli e diversi rapporti bancari.