‘Ndrangheta e appalti, blitz nel cosentino: sequestrato l’impero della cosca Serpa
I rapporti tra la ‘ndrangheta e gli appalti pubblici sono alla base dell’operazione Tramonto che stamani ha portato al sequestro di quello che gli inquirenti hanno definito “l’impero” della cosca Serpa di Paola, nel cosentino. Il sequestro riguarda anche le società con le quali - sempre secondo gli investigatori - il clan si sarebbe accaparrato gli appalti pubblici anche per conto dell’Asp (l’Azienda Sanitaria Provinciale).
Il blitz è scattato alle prime ore del giorno: la vasta operazione è stata condotta congiuntamente dai carabinieri e dalla guardia di finanza che hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni - per un patrimonio del valore di 11 milioni di euro - richiesto dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Catanzaro, nei confronti degli esponenti di vertice della cosca cosentina.
10:51 | I beni mobili, immobili, attività commerciali e disponibilità finanziarie, oggetto dell'aggressione, sono direttamente o indirettamente riconducibili a Nella Serpa, considerata ai vertici di una delle più attive cosche della ‘ndrangheta tra quelle operanti nella provincia di Cosenza.
Le indagini patrimoniali, coordinate dal Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Catanzaro, Antonio Vincenzo Lombardo, e dal Sostituto della D.D.A. Pierpaolo Bruni, hanno evidenziato la rilevante sperequazione esistente tra i bassissimi redditi dichiarati ed il considerevole incremento patrimoniale registrato nell’ultimo ventennio nei confronti di Nella Serpa e del suo nucleo familiare.
La donna è attualmente in carcere, in quanto destinataria di un’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’operazione denominata “Tela di ragno” condotta da Carabinieri di Cosenza sotto la direzione dalla D.D.A. di Catanzaro, in relazione ai reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi da fuoco, omicidio, furto ed estorsione in concorso.
La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Cosenza ha emesso i provvedimenti di sequestro, sulla scorta di una articolata e coordinata indagine economico-patrimoniale delle Fiamme Gialle e dei Carabinieri. La normativa antimafia prevede, infatti, l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali a carico di soggetti ritenuti, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi, ovvero che per la loro condotta ed il tenore di vita debba ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con proventi di attività delittuose.
Tra i beni sottoposti a sequestro si annoverano 15 tra magazzini di metrature considerevoli e appartamenti, 5 attività commerciali (tra cui un bar, due importanti strutture alberghiere e un frequentatissimo lido balneare siti nella cittadina costiera di Paola), 11 tra automobili e motoveicoli, nonché diverse decine di rapporti bancari.
Una collaborazione, quella tra Carabinieri e Guardia di Finanza, sotto la direzione della DDA di Catanzaro, che ha consentito di aggredire il sodalizio criminale a “360°”, sia con mirate indagini dirette a neutralizzare i singoli soggetti, sia con approfonditi accertamenti volti a ricostruire l’intero patrimonio accumulato con la perpetrazione di illeciti.
La sottrazione di tali ingenti ricchezze priva la ‘ndrina di preziosa linfa vitale per la sussistenza ed il prosieguo delle attività criminose. Da qui il nome dell’operazione “Tramonto”.