Appello. Dal carcere va ai domiciliari il presunto “killer” del clan Bonavota
Va ai domiciliari Francesco Fortuna, 39enne di Sant’Onofrio, rimasto coinvolto nell’operazione “Conquista” con cui la Direzione distrettuale antimafia avevano disarticolato la cosca vibonese dei Bonavota.
Accogliendo l’istanza presentata dai suoi difensori, gli avvocati Salvatore Staiano e Sergio Rotundo, la Corte d’assise d’Appello di Catanzaro, ha concesso a Fortuna la misura meno afflittiva.
Il 38enne, già assolto per “non aver commesso il fatto”, nel febbraio scorso, per l’omicidio di Domenico Di Leo, detto “Micu i Catalanu” (QUI), ed ammazzato in un agguato a colpi di pistola, fucile e di kalashnikov nella notte tra l’11 e il 12 luglio del 2004, era in carcere da tre anni, ovvero dal suo arresto avvenuto nel gennaio del 2016 proprio per quell’assassinio (QUI).
Ad incastrarlo era stata la comparazione tra il Dna estrapolato da un guanto di lattice ritrovato nell’auto utilizzata dal commando, e sovrapponibile al suo profilo genetico.
Fortuna è poi accusato di un altro delitto, quello di Raffaele Cracolici, detto “Lele Palermo”, ammazzato invece nel maggio del 2005 a Pizzo. Per l’accusa il 39enne sarebbe stato tra gli esecutori materiali dell’agguato e secondo le ricostruzioni di alcuni pentiti, tra i quali Andrea Mantella, anche uno dei “killer dei Bonavota”.