‘Ndrangheta. Terremoto in Piemonte: otto arresti, in manette un assessore regionale
Otto persone finite in carcere con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso e per reati fiscali, per circa 16 milioni di euro.
Queste le principali accuse mosse ad altrettanti soggetti ritenuti legati alla ‘ndrangheta calabrese, radicati nel territorio di Carmagnola e operanti a Torino a cui viene anche contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso.
L’operazione - denominata “Fenice” e che ha previsto anche una serie di sequestri in tutta Italia - è scattata stamani su ordine della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo piemontese ed è eseguita dalla Guardia di Finanza locale.
Nelle maglie degli inquirenti è finito anche un politico, Roberto Rosso, 59 anni, esponente di Fratelli d’Italia, di cui è anche capogruppo in consiglio comunale a Torino, ed assessore della Regione Piemonte: secondo gli inquirenti avrebbe chiesto voti ai clan per essere eletto alle elezioni dello scorso fino maggio, vinte appunto dal centrodestra.
Rosso ha le deleghe per i rapporti con il Consiglio regionale, la Delegificazione e la semplificazione dei percorsi amministrativi, agli Affari legali e Contenzioso, all’Emigrazione e Diritti civili.
Nel corso del blitz le fiamme gialle hanno an che arrestato un imprenditore di Moncalieri, Mario Burlò, 46 anni, presidente di un consorzio di imprese che opera nel settore del facility management ed anche vicepresidente nazionale di “Pmi Italia”, associazione composta da ben 200mila imprenditori italiani.
L’indagine – coordinata dai pm Paolo Toso e Monica Abbatecola – è collegata ad una inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’area di Carmagnola, e denominata Carminius (QUI), condotta dal Gico della Guardia di finanza e dal Ros dei carabinieri il 18 marzo scorso quando furono già arrestate quattordici persone, undici delle quali accusate di essere legate alla cosca Bonavota di Sant’Onofrio di Vibo Valentia ed insediatasi proprio a Carmagnola e Moncalieri (QUI).