‘Ndrangheta in Piemonte, si dimette consigliere regionale

Calabria Cronaca
Roberto Rosso

Si è dimesso da consigliere regionale del Piemonte e da consigliere comunale di Torino Roberto Rosso, l’assessore della giunta Cirio eletto con Fratelli d’Italia ed arrestato il 20 dicembre scorso con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso (QUI).

Il legale, Giorgio Piazzese, in una nota, ha specificato che si sia trattato di una “scelta etica autonoma per senso di responsabilità politica”.

Una decisione personale per l’avvocato che lo assiste e che è stata maturata nella sua coscienza per il rispetto verso le istituzioni e i cittadini. Consapevole della propria totale estraneità alla criminalità organizzata, auspica che la vicenda sia trattata nelle competenti sedi giudiziarie, le sole dove può e deve trovare soluzione”.

Roberto Rosso era già stato espulso dal suo partito da Giorgia Meloni che si era dettadisgustata” dalle accuse nei suoi confronti.

Il politico è stato arrestato con altre sette persone nell’ambito dell’inchiesta Fenice - della Guardia di Finanza e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia - sulla ‘ndrangheta a Torino (QUI).

Per l’accusa l’ex esponente di Fdi avrebbe versato un totale di 7.900 euro in due tranche ai boss, a fronte di una promessa di 15mila euro. E questo perché avrebbe acquistato un “pacchettodi voti utili alla sua rielezione alle regionali dello scorso 26 maggio.

Gli investigatori avrebbero fatto luce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Torinese, e in occasione delle indagini portate avanti avrebbero scoperto una “piena consapevolezza del politico (Rosso, ndr) e dei suoi intermediari circa la intraneità mafiosa dei loro interlocutori”.

Nel 2012 Rosso, allora parlamentare del Pdl, firmò un’interpellanza parlamentare urgente presentata da Vinicio Peluffo (Pd), con la quale si chiedeva di approfondire i rapporti tra l’allora prefetto di Lodi, Pasquale Antonio Gioffré e alcuni ‘ndranghetisti coinvolti in inchieste antimafia.

Fra questi compariva anche il nome di Onofrio Garcea, proprio il presunto boss con cui si sarebbe incontrato nei mesi scorsi prima delle elezioni.