Operazione Testa del Serpente. In sette tornano in manette alla viglia di Capodanno

Cosenza Cronaca

Dopo la scarcerazione da parte del Tribunale delle Libertà di sette degli indagati nell’ambito dell’inchiesta “Testa del Serpente(QUI), ieri sera è arrivata una nuova ordinanza da parte del Gip distrettuale di Catanzaro che ha portato la squadra mobile cosentina ad eseguire otto misure cautelari a carico delle stesse persone rimesse in libertà e che tornano dunque in carcere in quattro, altri tre invece sono stati posti ai domiciliari.

Si tratta di Marco e Luigi Abbruzzese, Francesco Casella, Carlo e Giovanni Drago, Pasquale Germano e Adamo Attento, a cui si aggiungono, Dario Brancaleone, poliziotto della Questura bruzia e che è stato posto ai domiciliari; e Domenico Celebre, imprenditore sottoposto all’obbligo di dimora.

Il Riesame, come accennavamo, aveva scarcerato una parte degli indagati evidenziando un difetto di motivazione nell’ordinanza del gip di Cosenza, non competente a livello territoriale per reati di mafia. È stata quindi riformulata la richiesta ed il gip ha così emesso la nuova ordinanza. I reati ipotizzati dagli inquirenti sono di omicidio, estorsione ed usura aggravati dal metodo mafioso.

L’operazione “Testa del Serpente”, il 13 dicembre scorso, aveva “decapitato” il presunto vertice delle cosche Lanzino-Ruà-Patitucci, nota come il “Clan degli Italiani”; e degli “Zingari”, riferibile alla famiglia degli Abbruzzese (QUI).

Gli investigatori ritennero allora di aver fatto luce sull’egemonia dei due clan, su numerosi casi di estorsione e sule le dinamiche dell’omicidio di Luca Bruni, presunto boss scomparso il 3 gennaio del 2012 (QUI) e poi ritrovato morto nel dicembre 2014 (QUI).