Bambini senza riscaldamenti a scuola: protesta dei genitori
Stamattina, il Comitato dei Genitori della classe prima A della scuola primaria “Giovanni Pascoli” afferente all’istituto comprensivo “Galilei – Pascoli” e frequentato da solo 12 alunni di età compresa tra i 5 e i 6 anni, dopo aver constatato che anche oggi l’impianto di riscaldamento non era in funzione e che la temperatura all’interno dell’aula era talmente bassa al punto che alunni e docenti indossavano, per necessità, maglioni, sciarpe e giacconi, sono stati costretti a ritirare i propri figli poco dopo l’inizio delle lezioni.
"L’iniziativa - è scritto in una nota firmata dai genitori dei bambini - si è resa necessaria per tutelare la salute dei bambini, alcuni dei quali si sono già ammalati, dopo che il Comune e gli altri organi competenti non hanno potuto o voluto prendere decisioni utili alla soluzione di questa vicenda che perdura già da dicembre.
Questo Comitato si è informato, risalendo la catena delle responsabilità ed ha appurato (documenti alla mano) che l’origine di questo grave disservizio, risiede nel fatto che il Comune di Reggio Calabria ha pagato la precedente fornitura di gas con un ritardo di circa 7 mesi e solo quando la ditta fornitrice, la Bronchi Combustibili s.r.l. di Forlì-Cesena, ha fatto emettere un decreto ingiuntivo nei confronti del Comune, il quale ha però saldato solo le spese inerenti il gasolio omettendo di pagare anche le spese legali e di mora dovute per legge e ordinate dal giudice, stiamo parlando di qualche migliaio di euro appena. Ovviamente, in mancanza del pagamento completo di quanto dovuto la ditta fornitrice si è rifiutata ed il Comune ha cercato un nuovo fornitore riattivando dall’inizio tutte le procedure necessarie per la sua individuazione, cosa che – naturalmente – ha fatto perdere ulteriore tempo."
"Diversi rappresentanti istituzionali del Comune e della Città Metropolitana, tempestivamente contattati da alcuni membri di questo Comitato nonché da genitori di altre classi della Giovanni Pascoli, da diverse settimane, hanno fornito risposte poco chiare e niente affatto incoraggianti, non ultima l’affermazione secondo cui “restano solo 10 istituti da rifornire” e la promessa che “dovrebbe essere tutto risolto entro e non oltre giorno 16 gennaio”, promessa che è stata puntualmente smentita dai fatti visto che ad oggi ne’ la Galileo Galilei, ne’ la Giovanni Pascoli dove la situazione è ancora più grave in ragione della giovane età degli alunni la situazione perdura con i conseguenti deleteri effetti sulla salute dei bambini più cagionevoli tant’è che alcuni si sono già ammalati e sono stati costretti a restare a casa."
"A seguito delle ripetute e pressanti sollecitazioni - si legge - scritte e verbali di diversi rappresentanti dei genitori, solo nel pomeriggio di ieri, 16 gennaio, la dirigente dell’Istituto comprensivo Galilei-Pascoli, Emilia Occhiuto, ha convocato una riunione con i rappresentanti delle due scuole. In quella occasione ed alla presenza del suo vicario Antonino Polimeni, dopo avere inopportunamente ricordato che il suo ufficio è riscaldato da una pompa di calore, ha informato i presenti di avere effettuato solo due solleciti al Comune e precisamente il primo in data 26 novembre ed il secondo in data 13 gennaio (presumiamo dunque che per tutto dicembre e la prima settimana di gennaio, nonostante il drastico calo delle temperature, al caldo del suo ufficio non abbia avvertito freddo e giudicato il problema dei riscaldamenti irrilevante o poco urgente), arrivando persino a chiedere a ciascuno dei rappresentanti presenti se fossero o meno d’accordo con una eventuale chiusura della scuola per motivi igienico-sanitari da programmare a partire dal prossimo lunedì, indagine statistica del tutto superflua visto che, per legge, solo il Dirigente nel pieno delle sue funzioni ha il potere di ordinare la chiusura dell’istituto scolastico qualora sopravvengano fattori che possano mettere a rischio la salute degli alunni, come è appunto in questo caso, visto che la temperatura particolarmente rigida di questi giorni diventa addirittura glaciale all’interno di scuole, come la Pascoli, con aule dai soffitti troppo alti e privi di finestre con doppi vetri."
"A onor del vero, - si legge ancora - nei giorni scorsi, preso atto di questa drammatica situazione, la maggioranza dei genitori della prima A del Pascoli, si era adoperata per arginare il problema acquistando a proprie spese due termoconvettori ed aveva ottenuto dal prof. Polimeni, vicario della dirigente, l’assenso all’utilizzo in aula. Tuttavia, a seguito della lamentela di una sola mamma della classe che non condivideva l’iniziativa intrapresa dal resto dei genitori, la dirigente ordinava di rimuovere tali stufe ad aria calda, certificate, senza parti esterne riscaldate e quindi assolutamente sicure ed innocue per i bambini tant’è che stufe simili sono state installate, pare a spese del Comune, nella scuola De Amicis. Delle due l’una: sono strumenti pericolosi e quindi vanno rimossi anche da quella scuola oppure sono innocui e basta una semplice assunzione di responsabilità e soprattutto di buon senso (come nel caso del dirigente dell’istituto De Amicis) per risolvere fattivamente un problema nel supremo interesse dei bambini?"
"Prendiamo quindi atto - si legge - che mentre da un lato la Dirigente del Galilei-Pascoli si trincera dietro formalismi e posizioni legalmente ineccepibili essendosi di fatto limitata a ordinare agli uffici due semplici solleciti nell’arco di quasi due mesi e annunciando a parole una imminente ordinanza di chiusura della scuola che però di fatto non arriva nemmeno in giornate gelide come questa, nulla viene fatto, entro i limiti delle proprie responsabilità, per risolvere fattivamente un problema urgente che riguarda tanto il diritto allo studio quanto la salute dei nostri figli."
"Perdurando tale situazione - si legge infine - e avendo constatato che gli appelli, le proposte e persino le azioni volte a collaborare con la scuola al fine di risolvere concretamente l’emergenza freddo sono cadute nel vuoto, il Comitato dei Genitori della classe prima A del Pascoli si è visto oggi costretto a ritirare i propri figli dopo poco meno di mezz’ora dal loro ingresso sia allo scopo di tutelare la loro salute sia come necessaria gesto di protesta volto a rendere visibile e manifesto un problema che tocca i nostri bambini e che sembra non interessare realmente a nessuno eccetto noi.
Tutti assieme, continueremo a riportare i nostri figli a casa ogni volta che la temperatura all’interno della scuola sarà troppo bassa o chi di dovere non si sarà finalmente attivato per rifornire di gasolio per riscaldamento le poche scuole rimaste."