Corruzione in atti giudiziari: Pm non fa sconti a nessuno, in sei restano in carcere e uno ai domiciliari
Non si procederà con la scarcerazione e niente meno con l’alleggerimento della misura cautelare per sette degli imputati finiti nell’inchiesta scaturita dall’operazione “Genesi”, condotta dalle fiamme gialle di Crotone e dallo Scico di Roma che hanno eseguito un’ordinanza di arresto emessa dal Gip del tribunale di Salerno (QUI).
La decisione è stata presa dal Gip del Tribunale di Salerno Giovanna Pacifico che non ha accolto le richieste avanzate dai legali difensori di Marco Petrini, presidente di sezione della Corte di appello di Catanzaro, Francesco Saraco, avvocato del foro di Catanzaro, Giuseppe Tursi Prato, detto “Pino”, ex consigliere regionale, Maria Tassone, detta “Marzia”, legale del foro catanzarese, nonché Giuseppe Caligiuri, 49 anni, di Cariati; Vincenzo Arcuri, alias “u fungiu”, 68 anni di Cariati; Luigi Falzetta, 53 anni, residente a Crucoli.
Per il Gip Pacifico “Non risultano sopravvenuti elementi nuovi che siano idonei ad incidere in senso favorevole sul quadro cautelare già valutato. Le versioni fornite dagli indagati negli interrogatori di garanzia, allo stato degli atti, appaiono del tutto collidenti col complessivo compendio investigativo acquisito e inidoneo a far ritenere affievolito il quadro cautelare, oltre che indiziario già posto da questo Ufficio a fondamento di provvedimenti restrittivi”.
Lo stesso Giudice per le indagini preliminari, terminati gli interrogati, anche quelli effettuati per delega dai Gip competenti per territorio, ha dunque confermato il carcere per i primi sei indagati e i domiciliari per Tassone, così come disposto nell’ordinanza eseguita dalla Guardia di finanza quindici giorni fa.