Stop al “motore” dell’Italia, il Governo “ferma” le fabbriche: ecco le attività essenziali
Il blocco di tutte le attività non strategiche annunciato ieri da Giuseppe Conte durante la diretta tv giunta in tarda sera nelle case degli italiani, ha annunciato misure “severe”, come ha detto lo stesso premier, ma necessarie per arginare l’avanzata dell’epidemia da Covid-19 (QUI).
Nel suo tanto breve e coinciso quanto determinante messaggio alla nazione Conte ha anticipato che il Governo - usando le sue parole - rallenta dunque “il motore produttivo Paese” ma che non lo ferma, ovvero assicurando il proseguo di attività essenziali, tra cui ha subito citato - ieri sera - quella alimentare così come le farmacie, i trasporti, i servizi bancari, postali o finanziari.
Ma quali sono i settori strategici ritenuti effettivamente essenziali per l’Italia? L’elenco non è ancora noto, in attesa del decreto, ma da fonti parlamentari circola già una “bozza” di quelle che resteranno aperte.
Tra queste sarebbero ricomprese parafarmacie, tabaccherie, edicole e servizi di informazione; così come l’industria tessile (ma solo legata alla produzione indumenti di lavoro); quella delle bevande, l'alimentare e la filiera agro-alimentare e zootecnica.
Cancelli spalancati, ancora, per le attività dei settori gomma, materie plastiche e prodotti chimici, carta e raffinerie di petrolio indispensabili per garantire, tra l’altro, anche il regolare funzionamento dei trasporti.
Non si dovrebbero fermare nemmeno i servizi veterinari, i call center e i servizi di vigilanza privata. Niente stop a trasporti: navi e aerei, così come autotrasportatori; sarà assicurato inoltre quello ferroviario extraurbano sia di merci che passeggeri e quello di passeggeri nelle aree urbane (taxi e auto Ncc).
Tra le attività ritenute essenziali anche la raccolta di rifiuti, la gestione delle fognature, la pulizia e lavaggio delle aree pubbliche; niente blocco, poi, per i settori dell’idraulica, dell’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o condizionatori; per la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche e, ovviamente, per le attività di riparazione e manutenzione collegate alle attività essenziali (tra cui la strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti).
Restano attive, infine, tutte le aree di attività collegate a difesa, istruzione e sanità, compresi l’assistenza sociale residenziale e non residenziale.