Covid, il bollettino. “Effetto” Torano sulla Calabria: 28 i nuovi casi, un altro decesso

Calabria Cronaca

Lasciatoci alle spalle un weekend di Pasqua tutto sommato “positivo” sul fronte dell’epidemia da Covid19, con in due giorni appena 13 nuovi contagi registrati in tutta la Calabria, sebbene funestati da un’altra vittima, oggi i dati resi noti dalla Regione soffocano un po’ il seppur cauto ottimismo delle ultime 48 ore, segnando nuovamente una impennata in avanti relativamente all’andamento della curva delle infezioni.

Il tutto dovuto anche al focolaio registrato in una casa di cura del cosentino (QUI) dove i laboratori dell’Ao di Catanzaro, intorno a mezzogiorno, hanno confermato 22 positivi (QUI) su un centinaio di tamponi eseguiti su ospiti e personale della struttura, tanto che la governatrice Jole Santelli ha deciso, nel primo pomeriggio e come conseguenza, di “blindare” la stessa cittadina, Torano Castello (QUI).

Rispetto al bollettino di ieri pomeriggio (QUI), si segnalano quindi altri 28 casi di contagio da coronavirus, provenienti in maggior parte dalla provincia bruzia (i 22 esattamente, mentre altri 5 sono dal reggino e uno solo dal catanzarese) e che portano il totale complessivo a 956.

Quanto al triste numero di decessi avvenuti in Calabria, anche qui si sale e di un’altra vittima, una donna di Amantea, ancora nella provincia bruzia, portando il complessivo ad oggi a 67 soggetti morti per o con il Covid (QUI).

Un dato positivo, da contro, quello dei dimessi: dagli ospedali della regione sono usciti altri due pazienti affetti dal virus (a Vibo), per un totale fino ad oggi di 72.

Sempre negli stessi ospedali della Calabria, inoltre, si mantiene ancora gestibile lapressione quanto al numero di degenti: nei relativi reparti di terapie intensive al momento rimangono assistiti 12 pazienti (come ieri) che rappresentano quindi l’1,3 % del totale dei positivi; in malattie infettive altri 161 (uno in più da ieri), ovvero il 17,3%.

643 le persone che si trovano invece in isolamento domiciliare, con sintomi o sintomi lievi (24 in più nelle ultime 24ore) e che rappresentano la stragrande maggioranza dei casi, oltre i due terzi, ovvero il 69%.

I CASI PER PROVINCIA

Andando a guardare poi la distribuzione dei positivi nelle varie provincie, rammentando che la Regione li somma in base al luogo di degenza e non di provenienza, Cosenza rimane ancora la più “colpita” dal Covid: ad oggi 315 i casi (+22 da ieri): 48 sono in reparto; 4 in rianimazione; 229 in isolamento domiciliare; 15 i guariti e 19 i deceduti.

Altri 5 casi in più, nelle ultime 24ore, a Reggio Calabria che arriva oggi a 268: 32 in reparto; 3 in rianimazione; 195 in isolamento domiciliare; 23 guariti; 15 deceduti.

Un solo aumento a Catanzaro, 193 il totale: 57 in reparto; 5 in rianimazione; 85 in isolamento domiciliare; 23 guariti; 23 deceduti.

Nessun caso di covid invece a Crotone, che rimane da due giorni a 112: 17 in reparto; 84 in isolamento domiciliare; 5 guariti; 6 deceduti.

Zero nuovi contagi anche a Vibo Valentia che per il terzo giorno consecutivo resta ferma pertanto a 68 casi: 7 in reparto; 50 in isolamento domiciliare; 6 guariti; 5 deceduti.

Ad oggi sono stati effettuati 17.569 tamponi, 16.613 quelli risultati negativi. I soggetti in quarantena volontaria sono 6976, 614 in meno rispetto a ieri, e così distribuiti: 1737 a Cosenza; 1653 a Reggio Calabria; 1646 a Catanzaro; 1442 a Crotone e 498 a Vibo Valentia.

Le persone giunte in Calabria che ad oggi si sono registrate al sito della Regione sono 14.483. Nel conteggio sono compresi anche i due pazienti di Bergamo trasferiti a Catanzaro, mentre non sono compresi i numeri del contagio pervenuti dopo la comunicazione dei dati alla Protezione Civile Nazionale.

ITALIA, CALANO RICOVERI IN INTENSIVA

La “pressione” sui reparti degli ospedali italiani continua a calare. I ricoverati scendono ancora e ci sono pochi nuovi casi, forse anche per il numero basso di tamponi eseguiti.

Tuttavia il numero di morti di oggi, martedì 14 aprile, rimane anche troppo alto: nelle ultime 24 ore hanno perso la vita 602 persone (ieri le vittime erano state 566), arrivando a un complessivo di decessi 21.067. Un bollettino drammatico che dopo il rallentamento dei giorni scorsi è tornato ai livelli delle ultime settimane.

Rispetto a ieri i dati forniti dalla Protezione Civile parlano di un calo delle persone ricoverate. In terapia intensiva si trovano oggi 3186 persone, 74 in meno. Sono ancora ospedalizzate con sintomi 28.011 persone, 12 in meno. I guariti raggiungono quota 37.130, per un aumento di 1.695 unità (ieri erano state 1.224 persone).

L'aumento dei malati è di 675 unità, mentre i nuovi contagi rilevati nelle ultime 24 ore sono stati 2.972 (ieri 3153). Questi due dati vanno però analizzati solo considerando il fatto che sono strettamente collegati al numero di tamponi eseguiti, che sono di meno rispetto ai giorni scorsi.

Oggi ne sono stati fatti solo 26.779 (ieri 36.717), in netto calo rispetto alla settimana scorsa quando si è arrivati a sfiorare il numero di cinquantamila.

Insieme ad Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, in conferenza c’era anche Massimo Antonelli, direttore del dipartimento di emergenza e rianimazione del Gemelli di Roma, che ha invece fornito un approfondimento sui ricoverati nelle intensive. Ha parlato di uno studio che ha confrontato i dati della Lombardia, regione che dall’inizio della pandemia ha registrato il numero più alti di contagiati e decessi, e il Lazio.

FOCUS SULLE TERAPIE INTENSIVE

Lo studio ha raccolto i dati delle due ultime regioni e nelle ultime quattro settimane: “in Lombardia - ha spiegato Antonelli - sono stati 3862 i pazienti contagiati, dimessi 1296 degenti 1240 con 65% di sopravvivenza. In Lazio, l’impatto è stato più contenuto, i numeri sono più bassi, ci sono 424 pazienti, un quarto è stato dimesso e un altro è degente, ma il tasso di sopravvivenza è del 65%”.

I dati, secondo Antonelli, dicono dunque che l’andamento dell’epidemia è stato condizionato “dal grosso impatto che c’è stato sulle terapie intensive lombarde, e il fatto di beneficiare dell’uso delle terapia e delle misure di contenimento la mitigazione ha pesato di maggiormente nelle altre regioni”.
“In questo modo
– aggiunge – è stato ridotto il flusso verso terapie. La severità è in realtà simile, l’entità di sopravvivenza è comparabile con regioni con impatto diverso”. Ha quindi parlato delle misure prese per contenere l’infezione e della mortalità dei pazienti che “avevano malattie pregresse”.

Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile proseguono i lavori del Comitato Operativo al fine di assicurare il coordinamento degli interventi delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della protezione civile. Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, al momento 104.291 persone risultano positive al virus. Ad oggi, in Italia sono stati 162.488 i casi totali.

I DATI REGIONE PER REGIONE

I casi attualmente positivi sono 32.363 in Lombardia, 13.778 in Emilia-Romagna, 13.055 in Piemonte, 10.736 in Veneto, 6.352 in Toscana, 3.466 in Liguria, 3.095 nelle Marche, 4.022 nel Lazio, 3.094 in Campania, 2.082 nella Provincia autonoma di Trento, 2.552 in Puglia, 899 in Friuli Venezia Giulia, 2.071 in Sicilia, 1.800 in Abruzzo, 1.564 nella Provincia autonoma di Bolzano, 622 in Umbria, 900 in Sardegna, 816 in Calabria, 559 in Valle d’Aosta, 265 in Basilicata e 200 in Molise.

(ultimo aggiornamento 18:29)