Funerale pubblico nonostante il Covid: multe salate per presenti, guai per agenzia funebre
Ventidue persone multate insieme ad una azienda di pompe funebri e ad alcuni suoi dipendenti. È finita così, e per ora, la vicenda del funerale svoltosi in forma pubblica sabato scorso, 18 aprile, nel rione Ciampa di Cavallo di Lamezia Terme e nonostante i divieti imposti dai decreti sull’emergenza Covid-19.
Gli uomini del commissariato cittadino sono arrivati oggi a sanzionare numerosi dei soggetti presenti e coinvolti nelle esequie dopo una prima fase di indagini, appunto, sull’assembramento illegale avvenuto in quell’occasione per l’ultimo saluto ad una persona deceduta nel rione lametino.
Come si ricorderà allora si svolse una vera e propria “cerimonia” di commiato sotto l’abitazione del defunto, alla presenza di numerose persone ed in spregio delle disposizioni.
Nella stessa giornata la polizia era venuta in possesso di un video, postato su Facebook, in cui si vedeva la bara, portata a spalla da alcuni soggetti di etnia rom, che usciva dall’androne di una palazzina popolare di Ciampa di Cavallo, e che si è poi appurato essere proprio il luogo in cui abitava il defunto.
Da qui avrebbe attraversato il cortile, attorniata da un assembramento di persone che urlavano, si lamentavano, applaudivano, si dimenavano e lanciavano palloncini bianchi.
Un ultimo saluto consueto per i rom ma incurante, in questo caso, delle diposizioni che vietano gli assembramenti e svoltosi anche senza rispettare la distanza interpersonale.
Data la gravità dei fatti sopra descritti, il Commissariato Lamezia ha avviato subito le indagini, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Salvatore Maria Curcio, fin da subito informato dal dirigente Raffaele Pelliccia, e hanno oggi consentivano di ricostruire l’accaduto (QUI).
In particolare, gli agenti hanno accertato che il defunto era il 52enne Armando Bevilacqua, morto per un malore la sera del 16 Aprile, e la cui salma, dopo le formalità sanitarie, nella notte successiva era stata consegnata alla impresa di pompe funebri “Vescio Funeral Home” della città della Piana, affinché si occupasse delle incombenze successive per la sepoltura.
Dalle investigazioni sarebbe emerso che i responsabili dell’impresa avrebbero così prelevato la salma dall’obitorio dell’Ospedale ancora prima di essere in possesso dell’autorizzazione comunale, rilasciata alcune ore dopo.
Inoltre, anche mediante l’acquisizione di registrazioni degli impianti di video sorveglianza, si sarebbe scoperto che l’addetto delle pompe funebri, nella mattinata di sabato 18, intorno alle 8.40, avrebbe portato il feretro - contravvenendo ulteriormente alle disposizioni che ne imponevano il trasporto direttamente al cimitero - a casa della famiglia del defunto, in via Salvatore D’Ippolito, permettendo ai familiari di appropriarsene, farla verosimilmente transitare nella loro abitazione e, subito dopo, inscenare, nel cortile condominiale la “cerimonia” immortalata nelle immagini registrate e da cui è poi scaturita l’indagine.
Proprio attraverso l’attenta analisi di quest’ultime gli operatori della Squadra di polizia giudiziaria e della Scientifica di Lamezia sono riusciti ad identificare le 22 dei persone presenti al funerale e alle quali, nella giornata di oggi, sono state notificate le violazioni amministrative previste della Dpcm del 10 aprile scorso, con l’irrogazione di una sanzione di 800 euro ciascuno, oltre alla segnalazione all’Asp di Catanzaro per la sottoposizione alla quarantena prevista in questi casi.
Inoltre, sono state accertate delle irregolarità anche da parte del titolare dell’impresa funebre e di alcuni suoi dipendenti, che hanno portato a contestare pertanto, e sempre oggi, delle violazioni amministrative che prevedono sanzioni per 10 mila euro. Lo stesso sarà anche segnalato al Sindaco di Lamezia Terme per l’applicazione della sospensione della licenza.
Dell’attività svolta è stata inoltrata una dettagliata segnalazione alla Procura della Repubblica locale ipotizzando, per alcuni, la commissione di reati di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e falso.
La polizia specifica che tra le persone identificate non sono risultati esservi soggetti sottoposti a quarantena per coronavirus.