Tentata estorsione ad azienda edile: c’è il rischio di recidiva, 35enne finisce in carcere
Era stato già arrestato, il 4 marzo scorso, con l’accusa di aver tentato, insieme ad un’altra persona, una estorsione ai danni di una ditta edile vibonese (QUI) e poi scarcerato il successivo 16 di aprile dopo la declaratoria di inefficacia della misura cautelare dei domiciliari, a cui era stato sottoposto.
Ma oggi per lui, un 35enne originario di Soriano Calabro, Domenico Tassone, si sono aperte le porte della casa circondariale del capoluogo napitino.
Stamani i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Serra San Bruno, insieme ai colleghi della Stazione di Vazzano, hanno infatti eseguito a suo carico un provvedimento cautelare in carcere emesso dall’Ufficio del Gip del Tribunale su richiesta della Procura locale.
Nell’ultimo periodo, infatti, i militari hanno raccolto altre risultanze investigative che avrebbero messo in risalto un elevatissimo “rischio di recidivanza e di inquinamento probatorio” da parte di Tassone al quale, quindi, è stato applicato il regime carcerario.
LA MAZZETTA DA MILLE EURO
Il 35enne, come dicevamo, era finito ai domiciliari insieme ad un 42enne poiché - secondo gli investigatori - entrambe avrebbero chiesto una “mazzetta” ad un giovane imprenditore di Arena che stava eseguendo la pulizia delle strade a Soriano, fatto che risalirebbe al febbraio dell’anno scorso.
Utili alle indagini furono le dichiarazioni di un dipendente della ditta che raccontò ai militari come fosse stato avvicinato da un’auto vettura con a bordo i due che gli avrebbero chiesto chi avesse preso l’appalto e l’importo dello stesso, avvisandolo che si sarebbero rifatti vivi per ottenere mille euro, ovvero il 5% dell’importo per l’esecuzione del lavoro, e così che l’azienda non subisse “fastidi”.