Crotone. Omicidio Tersigni, scatta un altro arresto: “avvisò il commando”

Crotone Cronaca
Giuseppe Passalacqua

Quando sembrava ormai chiuso il cerchio intorno all’omicidio di Giovanni Tersigni (QUI), assassinato nella prima serata del 7 settembre 2019 in pieno centro (QUI), poco distante dalla sua abitazione, questa mattina, la polizia di Crotone ha fermato un’altra persona ritenuta responsabile del grave fatto di sangue.

Si tratta di Giuseppe Passalacqua, 33enne del capoluogo e che si si aggiunge, quindi, a Cosimo Berlingieri, Paolo Cusato, Francesco Oliverio, Cosimo Damiano Passalacqua e Dimitar Dimitrov Todorov, già arrestati il 2 ottobre successivo (QUI), ad eccezione di Cusato che fu invece fermato dalla Polizia a distanza di poche ore dall’assassinio.

Come si ricorderà i cinque furono individuati grazie all’incessante lavoro investigativo che permise di accertare come il gruppo fosse formato da due cosiddetti “trasfertisti”, Berlingeri e Cosimo Passalacqua, che nella tarda mattinata di quel giorno sarebbero giunti a Crotone da Catanzaro a bordo di un’auto guidata da Todorov e su cui si trovavano anche Cusato e Oliverio.

Secondo gli inquirenti, poi, il gruppo - nel primo pomeriggio del 7 settembre - si sarebbe recato nei pressi dell’abitazione proprio di Oliverio uscendone pochi minuti prima dell’omicidio e dirigendosi verso piazza Albani, dove si trovava Tersigni che, nonostante i tentativi di sfuggire all’agguato, fu raggiunto da diversi colpi di pistola calibro 7.65 e che gli furono fatali (QUI).

L’ipotesi degli investigatori è dunque che a dare la notizia al “commando” sulla presenza in piazza della vittima sarebbe stato appunto Passalacqua, su cui adesso pende l’accusa di concorso in omicidio aggravato.

La figura del 33enne era già nota alla Squadra Mobile pitagorica che nel corso dell’indagine avevano notato dei movimenti sospetti presso l’abitazione di Oliverio.

Tuttavia, non si poté dimostrare che Passalacqua avesse avuto un ruolo attivo nella pianificazione dell’omicidio. Sono state le recenti dichiarazioni del collaboratore Francesco Oliverio che hanno consentito di confermare l’ipotesi degli investigatori su una sua responsabilità e per questo la Procura della Repubblica, proprio in ragione della pubblicità della collaborazione di Oliverio, ha spiccato un mandato di cattura prima che il 33enne potesse darsi alla fuga.