Covid. “Giallo” sui posti letto “rimodulati”. Belcastro: “speculazione priva di fondamenti”
Le polemiche esplose subito dopo la dichiarazione della Calabria come “zona rossa” (QUI), quindi ad alto rischio di contagio, nonostante il fatto che rispetto a altre regioni i casi di Covid19 nella nostra di regione siano relativamente inferiori.
Poi il presunto “giallo” sulla rimodulazione dei dati riportati nel bollettino ufficiale che martedì scorso, a poche ore di distanza dalla prima comunicazione dell’ente hanno visto ridursi drasticamente i numeri dei ricoveri, in particolare nelle terapie intensive degli ospedali calabresi (QUI).
Su tutto ciò tenta di fare chiarezza Antonio Belcastro, delegato del soggetto attuatore per l’emergenza Covid nella nostra regione sostenendo che l’aggiornamento del Bollettino sia stato necessario “per permettere una più corretta classificazione dei casi”.
Belcastro sostiene difatti che dalle analisi effettuate sia emerso come, in alcune Aziende ospedaliere, nei primi giorni di novembre si è verificato un aumento considerevole, “e non in linea con i mesi precedenti”, dei ricoveri in terapia intensiva.
“Grazie a una interlocuzione con i responsabili delle unità operative - prosegue - è stato verificato che - a causa della temporanea carenza di posti letto nei reparti di degenza ordinaria e di terapia sub-intensiva - alcuni pazienti, che non avevano bisogno di ventilazione meccanica assistita, perché non presentavano gravi criticità, erano stati ricoverati in Rianimazione”.
Con questa premessa Belcastro sbotta appunto sulle polemiche seguite alla rimodulazione dei dati, in particolare sull’ipotesi avanzata da alcuni che gli stessi siano stati “manipolati” per scongiurare l’inserimento della Calabria nella fascia rossa.
Il delegato all’emergenza definisce quest’ultima ipotesi come “una speculazione priva di fondamenti, anche in virtù del fatto che il trasferimento dei pazienti dalle Terapie intensive ai reparti di Malattie infettive e Pneumologia ha fatto aumentare il tasso di saturazione (16%) dei posti letto di area medica, mentre il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva (6%) è ancora lontano dalla soglia di allerta, fissata al 30%”.