Processo “Stige”, rito ordinario: per 62 imputati chiesti oltre 760 anni di carcere, 16 le assoluzioni
Nel processo con rito ordinario scaturito dalla nota inchiesta “Stige”(QUI) - che all’alba del 9 gennaio del 2018 fece scattare un imponente blitz che colpì la potente cosca dei Farao-Marincola di Cirò Marina e le sue ramificazioni nel Cosentino, al Nord Italia e all’estero - è stata avanzata una richiesta di oltre 760 anni di carcere per 62 imputati.
Altrettanto imponente fu all’epoca il numero degli arresti: ben 170, tra cui spiccarono nomi noti del panorama politico locale come quello dell’ex primo cittadino Roberto Siciliani e dell’ex presidente della Provincia di Crotone e sindaco di Cirò Marina, Nicodemo Parrilla.
Dopo le condanne per oltre sei secoli già inflitte nel filone del rito abbreviato (QUI), arrivano dunque le richieste finali del pm Antimafia Domenico Guarascio formulate a conclusione di una requisitoria protrattasi per tre giorni. Il pm, in particolare, ha chiesto per i 78 imputati a processo ben 62 condanne e 16 assoluzioni.
Nel dettaglio, 24 anni ciascuno di carcere, ovvero le pene più alte, sono state avanzate per i fratelli Giuseppe e Silvio Farao, ritenuti i capi storici della cosca, e anche per il boss di Strongoli Salvatore Giglio.
Tra le condanne ai politici, si distingue quella a 20 anni richiesta per Giuseppe Berardi, ex assessore comunale di Cirò Marina; a 12 anni ciascuno invece per l’ex sindaco di Cirò Marina ed ex presidente della Provincia di Crotone Nicodemo Parrilla e per l’ex sindaco di Strongoli Michele Laurenzano.
Il pm, nell’ultimo giorno di requisitoria, si è soffermato soprattutto sulle infiltrazioni nel mondo politico, ripercorrendo i tasselli di un’inchiesta che ha già portato allo scioglimento - appunto per infiltrazioni mafiose - dei Comuni di Cirò Marina, Strongoli, Crucoli e Casabona e a una serie di interdittive antimafia ad importanti imprese che non possono più contrattare con la pubblica amministrazione.