Omicidio Ielo, il killer pagato 15 mila euro per uccidere il tabaccaio
Sarebbe stato pagato 15mila euro il presunto killer di Bruno Ielo, l’ex carabiniere che da pensionato gestiva una tabaccheria a Gallico. È quanto emerge dalle dichiarazioni fornite da Daniele Filocamo, collaboratore di giustizia, interrogato dal pm il 3 settembre scorso.
Nel verbale, inserito nel fascicolo dell’inchiesta conclusa nelle settimane scorse dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dal sostituto della Dda Stefano Musolino, Filocamo ha spiegato che Francesco Mario Dattilo, il presunto killer, sarebbe stato assoldato da suo fratello Nino per danneggiare il bar “Mary Kate” di Mimmo Morabito, indagato assieme ai Filocamo nell’inchiesta “Pedigree” (QUI) contro la cosca Serraino.
“Mio fratello viene a trovarmi… – afferma Daniele Filocamo – gli ho detto io ma chi è stato, dice che è stato Francesco Dattilo… che lo hanno arrestato per l’omicidio là. E chi lo ha mandato? Dice lo abbiamo mandato io, Nino Barbaro… è a conoscenza dei fatti Ciccio Russo. Dice, Francesco Dattilo è uno con i De Stefano, è di Archi… è uno che fa ste cose tant’è dice che fa pure omicidi… su commissione. Mio fratello mi diceva che questo Dattilo si vantava che per la somma di 15mila euro aveva ammazzato un carabiniere a Gallico”.
Il riferimento è a Bruno Ielo che, per i magistrati, era “un semplice e onesto tabaccaio” ucciso il 25 maggio 2017 a Catona (QUI) dopo aver chiuso la sua tabaccheria a Gallico. Due colpi di pistola che, secondo la Dda, sono stati esplosi proprio da Francesco Dattilo su richiesta di Franco Polimeni ritenuto un esponente della cosca Tegano di Archi.