Incarichi in regione in cambio di un terreno, indagato Parente e due consiglieri di Catanzaro
È indagato di peculato e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, Claudio Parente, ex consigliere regionale della Calabria ed ex presidente del gruppo consiliare di “Forza Italia”.
Questa mattina i finanzieri comando provinciale di Catanzaro, su ordine della Procura della Repubblica, hanno eseguito nei suoi confronti un sequestro preventivo ai fini della confisca di poco più di 37 mila euro, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo, Filippo Aragona.
L’indagine, diretta dal Sostituto Graziella Viscomi con il coordinamento dell’Aggiunto Giancarlo Novelli e del Procuratore della repubblica Nicola Gratteri, ha coinvolto anche due consiglieri comunali di Catanzaro: Francesco Gironda e Giuseppe Pisano, iscritti nel registro degli indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.
LE INDAGINI
I provvedimenti di oggi scaturiscono da due avvenimenti che sembravano non collegati fra loro. Il 13 settembre 2018, il consiglio comunale di Catanzaro ha votato una delibera per cedere un terreno di proprietà comunale all’associazione interregionale “Vivere insieme”, operante nel settore dei servizi sanitari in convenzione. La delibera ha ottenuto il voto favorevole di Gironda e Pisano.
Il secondo evento riguarda invece l’assunzione, da parte di Parente, del fratello del consigliere Gironda e della convivente del consigliere Pisano, come collaboratori a tempo determinato nell’ambito della struttura speciale a sua disposizione presso il Consiglio regionale.
Le indagini, effettuate dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, sono riuscite a mettere in relazione i due avvenimenti. Sarebbe quindi risultato che Parente, come amministratore de facto di “Vivere insieme”, avrebbe indotto Gironda e Pisano a votare la delibera, in cambio Parente avrebbe assunto i due congiunti dei consiglieri nella struttura speciale.
Per ricompensare i consiglieri, Parente si sarebbe quindi appropriato dei fondi regionali destinati al reclutamento di personale da impiegare nella propria struttura speciale, utilizzandoli indebitamente per remunerare il fratello e la convivente dei due consiglieri comunali.
IL SEQUESTRO
La somma oggetto di sequestro, pari esattamente a 37.682,80 euro, viene ritenuta infatti il profitto del reato di peculato contestato a Parente e corrisponde al totale dei compensi erogati dal Consiglio regionale della Calabria ai due congiunti di Pisano e Gironda, nell’ambito dell’incarico conferitogli.