Usura ed estorsione all’imprenditore Zappia, cinque condanne e due assoluzioni piene
Cinque condanne e due assoluzioni nel procedimento in abbreviato nei confronti delle persone ritenute responsabili di aver estorto denaro a Carmine Zappia, il commerciante di Nicotera costretto a chiudere la propria attività perché caduto nelle mani degli usurai.
L’uomo ha poi denunciato e ha fatto arrestare i presunti responsabili, riuscendo, grazie all’aiuto dello Stato e al supporto morale della cittadinanza, a riaprire la propria tabaccheria. Si è dunque chiuso a Catanzaro il procedimento davanti al gup distrettuale di Catanzaro.
Zappia si era costituito parte civile ed era rappresentato dall’avvocato Giovanna Fronte. La gup distrettuale Paola Criaco, ha assolto “per non aver commesso il fatto”, Salvatore Comerci, genero di Mancuso, difeso dagli avvocati Paride Scinica e Giuseppe Di Renzo, nei confronti del quale il pm della Dda aveva chiesto 9 anni di reclusione.
È stato invece condannato, ma solo per il reato di furto ed è stato assolto per favoreggiamento, Gabriele Gallone. Dovrà scontare 8 mesi di reclusione, a fronte della richiesta del pm di 4 anni. Per entrambe le accuse è venuta meno l’aggravante della mafiosità.
È stato assolto Salvatore Gurzì “per non aver commesso il fatto”. Le altre condanne hanno riguardato Alfonso Cicerone (nipote di Mancuso) dovrà scontare 9 anni e 8 mesi di reclusione per estorsione consumata aggravata, una tentata, e infine per trasferimento fraudolento di valori. Mentre la pena inflitta a Rocco D’Amico è di 4 anni e 8 mesi per tentata estorsione, anche se è stato assolto (per un altro episodio questa volta ai danni di un commerciante senegalese.
Sono stati inflitti a otto mesi, con pena sospesa, a Giovanni Iermito e Francesco Ivan D’Aloi per furto, ma con sono cadute le aggravanti, mentre sono stati assolti per il favoreggiamento perché “il fatto non sussiste”.
Nel procedimento il Comune di Nicotera e la Regione Calabria si erano costituiti parte civile.