Castorina ai domiciliari, il Riesame: “Rischio reiterazione reato”
Una carpetta con la scritta “liceo scientifico Volta contenente 22 fogli con indicazione di persone, seggi e sezioni; 8 fogli con nominativi e documenti; 27 fogli fronte-retro recanti la intestazione “Nati dal 1913 al 1930″” e una busta gialla con all’interno una tessera elettorale intestata a una donna di 89 anni, un cartella rosa con la scritta “Disponibilità presidenti di seggio” e contenente appunti. Ma anche “17 fotocopie di documenti di identità e un curriculum vitae” di una ragazza.
È il materiale trovato dagli agenti della Digos nel corso della perquisizione a casa e nel veicolo di Antonio Castorina, il consigliere comunale di Reggio Calabria in quota Pd che lo scorso dicembre è stato arrestato per falso e reati elettorali nell’ambito dell’inchiesta su presunti brogli alle elezioni comunali del 20 e 21 settembre 2020.
I risultati delle perquisizioni sono scritti nero su bianco nella sentenza del Tribunale del riesame (QUI) che a gennaio ha confermato i domiciliari per Castorina, difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Natale Polimeni.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Gerardo Dominijanni e dai pm Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo, avrebbe messo in luce il un sistema che si ritiene sia stato utilizzato nel corso delle elezioni e con cui, grazie ai duplicati delle tessere elettorali, centinaia di anziani “avrebbero votato” senza mai recarsi al seggio.
Per i giudici del Riesame, che hanno confermato i domiciliari a Castorina, a causa della sua “tentacolare capacità relazionale” ci sarebbe un “concreto ed attuale pericolo di reiterazione criminosa”.
Come si legge nella sentenza la condotta del Consigliere sarebbe stata “finalizzata alla alterazione del regolare esercizio del voto di soggetti anziani che, loro malgrado, sono risultati essere “deleganti” di richieste di duplicati di tessere elettorali smarrite”.
E ancora, per i magistrati, quello che definiscono “dinamismo operativo mostrato dall’indagato” potrebbe “declinarsi nella evidente capacità dello stesso di interloquire con tutte le forze politiche e nella creazione di una fitta rete di relazioni, che gli hanno consentito di porsi come il terminale di un ben congegnato sistema. È proprio questo modus operandi che ha portato il Castorina a ritenere di possedere una “patente di immunità”, tale da consentirgli di nascondere sotto il velo della prassi il conseguimento di interessi ed utilità personali».
“La capacità di muoversi con disinvoltura all’intero delle istituzioni pubbliche e degli uffici comunali e di relazionarsi con soggetti, utilizzati sovente come pedine da spostare all’occorrenza, allo scopo di dare materiale attuazione al meccanismo di alterazione della competizione elettorale e di soddisfare il suo tornaconto personale in termini di voto, è certamente sintomatica di un’assoluta spregiudicatezza e di una totale indifferenza per i procedimenti democratici di formazione della volontà popolare”, è scritto.