Inchiesta “Petrolmafie Spa”, a Reggio Calabria ci sono 684 indagati
È destinata ad allargarsi l’inchiesta “Petrolmafie Spa”. Il filone reggino, chiamato Andrea Doria, ha portato all’iscrizione di 684 persone nel registro degli indagati, tutti accusati di concorso in riciclaggio.
Dall’inchiesta, coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dagli aggiunti Giuseppe Lombardo e Gaetano Paci, molti di loro non sono apparsi né nel decreto di sequestro d’urgenza di beni per oltre 600milioni di euro, né nelle ordinanze di custodia cautelare, emesse a inizio aprile dai gip Vincenzo Quaranta e Giovanna Sergi.
Gli indagati, per il Gico della Finanza, avrebbero fatto continui prelievi di contanti su conti correnti postali intestati a società cartiere o a prestanome. Queste, una volta raccolte, tramite “spalloni” venivano fatte pervenire ai vertici dell’associazione a delinquere dedita al traffico e alla commercializzazione di prodotti petroliferi.
Il filone reggino, collegato alle indagini “gemelle” delle Dda di Roma, Napoli e Catanzaro, ha fatto luce su una gigantesca frode fiscale messa in piedi dagli indagati Vincenzo e Gianfranco Ruggiero, ritenuti espressione della cosca Piromalli di Gioia Tauro, e dai fratelli Domenico e Giovanni Camastra, due imprenditori ritenuti vicini alla cosca Cataldo di Locri.
Il broker Giuseppe De Lorenzo sarebbe invece vicino alla cosca Labate. Nella sua abitazione, il giorno dell’arresto la guardia di finanza ha trovato due valige con dentro oltre due milioni di euro in contanti.