Imprenditori ritenuti vicini alla ‘ndrangheta: sequestrati beni per 40 milioni
Sono considerati collusi con le famiglie di 'ndrangheta dei Piromalli e dei Molè i due imprenditori di Gioia Tauro indagati dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che questa mattina ha notificato loro un sequestro di beni per circa 40 milioni di euro.
È l'ennesimo capitolo dell'operazione Andrea Doria (LEGGI), filone reggino della più vasta inchiesta Petrolmafie Spa (QUI), che portò a 23 arresti e ad un maxi-sequestro da 620 milioni di euro per presunte truffe nel settore petrolifero.
Proprio i due imprenditori in questione - Gianfranco e Vincenzo Ruggiero, rispettivamente di 62 e 88 anni - erano già stati attenzionati dalle indagini (QUI), in quanto ritenuti coinvolti in presunte "triangolazioni societarie" tra false dichiarazioni e fatture che avrebbero avuto lo scopo di evadere l'Iva e le accise sui carburanti.
L'associazione avrebbe infatti gestito l'intera filiera del trasporto petrolifero (dallo stoccaggio in deposito alla vendita tramite distributori) tramite una serie di imprese cartiera: ciò, assieme alla compiacenza di depositi commerciali e broker locali, avrebbe permesso di evadere le imposte in modo sistematico.
Grazie alle agevolaioni in materia - che le aziende fittizie sfruttavano fraudolentamente tramite il coinvolgimento di alcuni "colletti bianchi" - queste potevano acquistare i prodotti petroliferi senza dover versare l'Iva, e poi, tramite una serie di "passaggi" con le altre società coinvolte, riuscivano a cedere il carburante a prezzi estremamente vantaggiosi. Gli incassi ottenuti poi dai rivenditori sarebbero stati "ripuliti" dalle famiglie di 'ndrangheta con interessi nel settore.
Un articolato sistema che non è sfuggito al Gico ed allo Scico della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che al termine delle lunghe e meticolose indagini ha applicato le due misure di prevenzione personale e patrimoniale.
Agli imprenditori sono stati sequestrati: sei imprese, una ditta individuale, quote in società immobiliari, nove fabbricati (di cui sette ubicati a Roma), cinque autovetture, quattro orologi di lusso e disponibilità finanziarie, per circa 40 milioni di euro.