Petrol Mafie Spa. La cosca e “l’affaire” carburanti: altri 56 indagati, in 49 in manette
Prosegue a mietere arresti l’ormai nota maxi operazione “Rinascita” (QUI), in particolare quanto agli sviluppi dell’inchiesta che l’8 aprile scorso ha portato - tra Roma, Napoli, Reggio Calabria e Catanzaro - ad un’altra di operazione, la “Petrol Mafie Spa” (QUI), con il fermo chiesto dalla Dda di ben 15 persone (QUI).
Stamani, nel contesto dell'inchiesta deonoiminata "Rinascita 2-Dedalo", altre 56 sono quelle indagate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo: per 28 di queste si sono spalancate così le porte del carcere, altre 21 sono finte ai domiciliari, mentre in quattro sono state sottoposte all’obbligo di dimora e tre, infine, ad una misura interdittiva.
Gli inquirenti contestano, a vario titolo, l’associazione mafiosa così come quella per delinquere finalizzata a commettere estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche.
Ma anche l’intestazione fittizia di beni, l’evasione delle imposte e delle accise, anche tramite l’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (le Fpo); ed ancora, la contraffazione ed utilizzazione di Documenti di Accompagnamento Semplificati (Das). Il tutto aggravato dall’essere stato commesso per agevolare le cosche di ‘ndrangheta.
LE INVESTIGAZIONI vanno così a chiudere il cerchio sulle presunte attività illecite del clan Mancuso di Limbadi, nel vibonese, nell’ambito del commercio fraudolento di prodotti petroliferi, e ne colpiscono gli assetti organizzativi e logistici.
I beni già sequestrati in diverse città, non solo calabresi - come Catanzaro, Vibo, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Salerno, Verona, Catania, Palermo, Messina, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta - sono riconducibili a società di capitali e a ditte individuali che operano appunto nel commercio di carburanti e dei trasporti.
Pertanto, e a seguito di convalida da parte del Gip del provvedimento emesso d’urgenza dalla Procura della Repubblica, sono stati affidati agli amministratori giudiziari.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro, Valeria Isabella Valenzi, su richiesta del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e dei Sostituti Andrea Mancuso, Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo.
Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del Ros e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo.