Ponte sullo Stretto, per Spirlì è “un dovere dell’Europa”
“Come si può non collegare l’ingresso di casa al resto dell’appartamento?”. Con questa domanda retorica il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha espresso il suo parere favorevole al Ponte sullo Stretto nel corso di una visita a Villa San Giovanni.
“Questa separazione è una ferita che va sanata. Il Sud chiede considerazione. Questo non è un piccolo ponte tra due regioni italiane: è il biglietto da visita che l’Europa deve presentare al mondo” afferma ancora Spirlì, che afferma anche che “oggi si entra in Europa dal Canale di Suez e le prime terre che si incontrano sono proprio la Calabria e la Sicilia”.
Diventa dunque “un dovere” sia europeo che italiano quello del ponte, che diventa la concreta possibilità di “unirsi al resto del mondo”. “Le persone e le merci devono camminare con sveltezza e con agilità su tutti i territori d’Europa. Da parte nostra, serve una marcia in più per staccare una impronta identitaria: questo deve diventare lo Stretto d’Europa. È il momento di essere pragmatici. Pubblico e privato devono incontrarsi per costruire, perché l’uno rafforza l’altro. Basta piagnistei, la nostra deve essere una pretesa istituzionale e sociale”.
Lo stesso ha poi invitato a sottoscrivere il “Patto del Ponte”, che sarà sottoposto a vari parlamentari e politici per poi essere indirizzato direttamente al premier Mario Draghi ed ai ministri per le infrastrutture e per il Sud, rispettivamente Giovannini e Carfagna.
A Messina si è svolto un altro incontro dal titolo: “Ponte sullo Stretto: è tempo che la telenovela finisca”. L’iniziativa arriva a pochi giorni dal parere favorevole della Commissione tecnica all’attraversamento stabile dello Stretto. Presenti il viceministro delle Infrastrutture, Alessandro Morelli, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e gli assessori regionali di Calabria e Sicilia, Domenica Catalfamo e Marco Falcone.
Nel corso della riunione Spirlì ha espresso il parare favorevole.
Parlando di Ponte Ulisse ha quindi detto che “si tratta dei primi territori europei per chi viene da India e Cina, ormai signori dei commerci, e dall’Africa. Calabria e Sicilia sono l’ingresso che non può essere staccato dal resto della casa europea. Non può esserci frattura che rallenti il passaggio di uomini e cose, l’Europa non se lo può permettere. Non si può continuare ad “annacare il pecoro”, c’è da prendere una decisione definitiva. Questo è il momento, non un altro. I tempi – ha sottolineato Spirlì – sono cambiati e questi tempi impongono il Ponte. Il progetto è già pronto. Aspettare ancora significa prendere in giro le genti d’Europa. Noi aspettiamo notizie dal Governo”.
“È anche arrivato il momento – ha concluso il presidente – di riflettere sullo sposalizio tra pubblico e privato per la realizzazione del Ponte. La preoccupazione che l’opera non si possa fare perché mancano i fondi è figlia di una visione parziale”.
“Ha ragione Spirlì – ha detto il viceministro Morelli –, questo è il momento giusto. Voglio prendere il testimone di Calabria e Sicilia e rappresentare le proposte di queste due regioni in sede governativa. Il Ponte – ha proseguito – è un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del Paese. Siamo nella fase del Pnrr e Governo e Parlamento stanno legiferando per l’Italia del 2050. La pretesa di cui parla il presidente Spirlì è la pretesa di aziende e lavoratori che hanno diritto di essere collegate a Roma, Milano e a Bruxelles. Se vogliamo, e lo vogliamo, che l’alta velocità arrivi fino alla Sicilia, realizzare il ponte e le infrastrutture collegate sono evidenti conseguenze. In Parlamento c’è una squadra di parlamentari che, a prescindere dal colore politico, sta portando avanti la bandiera Italia. Porto il testimone di Sicilia e Calabria convinto che stavolta il buonsenso prevarrà. Questo è il momento giusto”.
“Siamo qui – ha affermato il presidente della Sicilia Musumeci – per riprodurre la ferma determinazione di due regioni stanche di essere periferia d’Europa e che vogliono diventare centrali nell’area del Mediterraneo rendendo attraente l’estremo sud dell’Italia. Negli ultimi mesi – ha aggiunto –, il dibattito attorno al ponte si è arricchito di nuovi contributi di idee. Speravamo che i governi Conte potessero mettere al centro della propria agenda l’esigenza di affrontare il tema del collegamento tra le due sponde. Non lo hanno fatto. Il Governo Draghi diventa ora per noi il punto di riferimento anche per la presenza di forze politiche che in passato hanno manifestato l’intenzione di realizzare l’infrastruttura”.
“L’Ad di Webuild Salini – ha detto ancora Musumeci – ha manifestato la volontà di aprire subito il cantiere. Siamo convinti che, ormai, ogni perdita di tempo sia inopportuna e dettata dalla volontà di rinviare sine die, ancora una volta, il tema. La nostra è una adesione convinta e non formale, perché siamo pronti a intervenire anche finanziariamente. Ci sono – ha concluso Musumeci – tutte le condizioni per porre in termini perentori la questione. Il Mezzogiorno può diventare la piattaforma del Mediterraneo e, per farlo, c’è bisogno che le persone e le merci attraversino lo Stretto in tre minuti”.
(ultimo aggiornamento 17:51)