Processo Rinascita-Scott, Gratteri denuncia: “Anomalie nel colleggio periti per le trascrizioni”
È arrivata al termine di una seduta movimentata la denuncia di Nicola Gratteri, presente questa mattina nell’aula bunker di Lamezia Terme nel corso del maxi-processo Rinascita-Scott. È stato infatti lo stesso procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia ha prendere la parola al termine dell’udienza, per dichiarare pubblicamente una serie di “anomalie” riscontrate tra alcuni periti incaricati alla trascrizione delle intercettazioni.
Lo stesso ha ribadito di “non essere stato ascoltato” quando, lo scorso 20 novembre, affermò che i tre periti nominati non sarebbero mai bastati a completare le trascrizioni, dato che si parla di un documento “di circa 700 pagine”. “Lo dicevo perchè un’intercettazione ambientale di un’ora ci si mette un giorno a trascriverla” ha affermato il procuratore, ricordando come anche la proroga di 2 anni sia stata rifiutata, pur avendo prodotto la nomina di 38 assistenti e l’estensione dei periti da 3 a 5.
UN PERITO AL BAR CON UN DETENUTO
“L’1 giugno 2021 ci rendiamo conto che il collegio peritale non stava seguendo l’ordine che il Tribunale aveva stabilito. Il presidente del collegio, inoltre, aveva constatato che alcuni periti non avevano effettuato ancora alcun deposito parziale, al contrario di quanto stabilito” denuncia Gratteri, che non manca di ricordare un episodio ben più grave. “Sempre il primo giugno il pm ha notato che il perito Nardone era seduto al tavolino del bar con il detenuto agli arresti domiciliari Mario Artus. All’arrivo della dottoressa Frustaci, il perito si è sollevato di scatto ed è scappato, si è allontanato velocemente, mentre l’Artusa si è diretto verso il bar”.
Un comportamento per il quale non è stata fornita alcuna giustificazione plausibile, e che aldilà di ogni possibile retroscena rappresenta in ogni caso un’anomalia non da poco: “Il perito del tribunale era seduto al bar che conversava con il detenuto, cioè con quello a cui doveva fare la trascrizione”.
ASSUNZIONE DI ALTRI INCARICHI
Altra vicenda sulla quale si è soffermato il procuratore capo è l’assunzione di altri incarichi, da parte di alcuni periti, forniti da avvocati coinvolti nell’attuale processo. “Dopo aver chiesto ben 24 mesi di proroga hanno assunto altri incarichi, in altri procedimenti, dai difensori degli stessi imputati cautelati in Rinascita. Quindi sono venuti qui a dire che hanno bisogno di 24 mesi perché erano troppi, però poi assumono incarichi da avvocati di questo processo”.
Una situazione sulla quale Gratteri chiede di fare luce, per capire “perché abbiano accettato altri incarichi e se siano in grado di ottemperare al mandato ricevuto” dato che non verrebbe rispettato l’ordine di priorità. “Alla luce di tutto questo – conclude Gratteri – chiediamo: un’integrazione del collegio peritale, nominando 15-20 periti; di fissare un termine finale per l’esecuzione dell’incarico e al contempo di istituire un termine mensile per i depositi parziali delle trascrizioni; di convocare il collegio peritale per chiedere una serie di chiarimenti”.
Due periti avevano rinunciato all’incarico, mentre i tre rimasti, coinvolti in questa serie di anomalie, sono stati convocati ad udienza il prossimo 5 luglio.