Crisi Akrea. Lavoratori si rivolgono al Sindaco: “Situazione è grave ma risolvibile. Faccia la sua parte”

Crotone Attualità

“La situazione di Akrea è grave ma ancora risolvibile se l’amministrazione comunale decidesse di interpretare il suo ruolo naturale di guida della città.” È quanto sostengono Francesco Aprigliano, Responsabile di Presidio FIT Cisl, e Giovanni Mungari, dipendente dell’azienda, che oggi – in qualità di rappresentanti dei lavoratori – si sono appellati al sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, per chiedere “assicurazioni sul futuro di questa società e soprattutto sull’esposizione debitoria che il Comune ha nei confronti di Akrea”.

Aprigliano e Mungari, inoltre, hanno precisato a Voce che il “Comune deve agire” poiché “La società in house dell’ente vanta un credito di un milione e trecentomila euro per la gestione del verde relativo alle annualità 2019-2020-2021.”

“Un servizio svolto e anche più volte lodato dall’assessore al ramo, Sandro Cretella, ma – precisano - non coperto dalle dovute risorse finanziarie. Ed in più – aggiungono - c’è un problema anche con il nuovo contratto per la gestione di questo fondamentale servizio (verde pubblico), che vede un taglio di 120 mila euro rispetto al passato e non se ne comprende il motivo”.

Per i due rappresentanti dei lavoratori “la crisi di Akrea appare ancora più chiara se accanto a questo buco si analizza anche la gestione dei rifiuti ingombranti, che è totalmente anticipato da Akrea (attualmente Akrea ha anticipato per conto del comune di Crotone 150 mila euro). La società, in questo modo, è messa sotto stress finanziario e non ha risorse proprie per andare avanti”.

I lavoratori e i rappresentanti sindacali vorrebbero dunque che il sindaco faccia la sua parte” ma con “concretezza e non parole al vento” e vorrebbero che “venisse presentato un piano di rientro dai debiti senza bisogno di lanciare slogan o addebitare responsabilità a tizio o a caio, faccia invece quando gli spetta, quanto gli è dovuto e quanto gli compete”.

Aprigliano e Mungari avanzano dicendo che “la cantilena di Voce ha stancato tutti, compreso il mondo del lavoro, che e’ sempre stato unito e che quindi va rispettato nella sua unità” ed aggiungono “A nulla valgono le manovre diversive e i tentativi di spaccarlo: sarebbe una strategia suicida”.

“Le rappresentanze sindacali hanno sempre marciato insieme a tutela dei diritti dei lavoratori", chiosano Aprigliano e Mungari che chiedono a nome di tutti i lavoratori “atti concreti e di prospettiva, non escamotage temporanei”. La stessa concretezza viene chiesta nel programmare il futuro, “gestendo “l’esodo” – concludono - cioè l’accompagnamento al pensionamento delle unità lavorative più anziane, e l’inserimento delle nuove unità lavorative (ex Akros ed ex ausiliari del traffico).”