Buoni spesa senza averne diritto, anche a pregiudicati e mafiosi: denunciati in 15
Hanno presentato domanda per ottenere i buoni spesa Covid, erogati direttamente dai Comuni e destinati alle persone ed alle famiglie in difficoltà economica.
Peccato però che dagli accertamenti eseguiti, ancora una volta, dai Carabinieri, le loro domande sono risultate piene di informazioni non veritiere.
Una vera e propria truffa ai danni delle casse comunali di San Luca, dove 15 persone sono state così denunciate per false dichiarazioni in atti pubblici.
In particolare, avrebbero omesso di riportare dettagli “rilevanti, come quelli sulla residenza e sull’erogazione di altri contributi e sussidi economici, così da risultare in condizioni di difficoltà ed indigenza.
Il dato allarmante è che oltre due terzi degli indagati risulta essere un pregiudicato, o un appartenente o vicino alla ‘ndrangheta locale o comunque ad ambienti criminali organizzati, fanno sapere dalla Compagnia di Bianco, che ha quantificato un danno erariale intorno ai 2 mila euro. Il bonus infatti oscilla dagli 80 ai 200 euro per ogni richiedente.
Un danno economico impedito grazie all’intervento dei militari, che hanno confrontato la documentazione e le autodichiarazioni presentate, con l’ausilio delle banche dati messe a disposizione dall’Inps, dalle banche e da altre forze dell’ordine.
Il tutto ha permesso di scoprire, ad esempio, come molti dei denunciati percepivano già un sussidio di disoccupazione, una pensione di invalidità, la maternità o finanche il reddito di cittadinanza.
Le denunce sono ora al vaglio della Procura della Repubblica del Tribunale di Locri, che valuterà la sussistenza di eventuali ipotesi di reato.