Morte Mariella Tamborrino, Corte d’Assise conferma: “non luogo a procedere” per Cavallo
La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di “non luogo a procedere” emessa del Giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Crotone nei confronti di Michele Cavallo, accusato di omicidio volontario, sequestro di persona, lesioni volontarie e violenza privata nei confronti di Mariella Tamborrino, la giovane avvocatessa che nella tarda serata del 31 agosto del 2012 precipitò dal quinto piano di un appartamento in pieno centro nel capoluogo pitagorico (QUI).
La morte di Tamborrino resta dunque un mistero senza colpevoli nonostante, in un primo momento, la Procura della Repubblica di Crotone aveva ipotizzato, a carico di Cavallo, il reato di istigazione al suicidio.
Al giovane, all’epoca dei fatti 29enne, veniva imputato di aver indotto l’avvocatessa - alla quale era legato da una relazione sentimentale - a gettarsi dal balcone di casa sua.
Nel corso dell’udienza preliminare il Pubblico Ministero aveva poi rivisto la sua posizione, contestando all’imputato il diverso reato di omicidio volontario (QUI).
A distanza di ben nove anni e a seguito di una complessa udienza preliminare in primo grado in cui, su impulso della difesa di Cavallo - rappresentata in entrambi i gradi di giudizio dagli avvocati Franco Sammarco, Anna Spada e Paolo Sammarco - il Gup sarebbe intervenuto più volte sollecitando il Pubblico Ministero a specificare e circostanziare meglio l’imputazione di omicidio.
Nel corso dell’udienza dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, il Procuratore Generale, al termine di una articolata requisitoria, ha concluso per il rigetto dell’appello proposto dal Pubblico Ministero di Crotone, riconoscendo la “assoluta correttezza della sentenza di proscioglimento da tutti i reati” emessa dal primo giudice.