Operazione antiriciclaggio in Emilia, sigilli a beni per 700mila euro
Sigilli ai beni di una coppia di modenesi coinvolti nell’inchiesta “Perseverance” (LEGGI). Questa mattina gli agenti della Mobile della Questura di Reggio Emilia, su disposizione del gip del Tribunale locale e su richiesta della Procura della Repubblica, hanno infatti eseguito il provvedimento apponendo i sigilli a proprietà per oltre 700mila euro contestando il reato di autoriciclaggio.
Da quanto appreso dagli inquirenti, a marzo 2021 la coppia, incensurata, si sarebbe impossessata del patrimonio di due anziani parenti residenti nel modenese.
Per questo si era rivolta a Salvatore Muto (fratello 37enne di Luigi e Antonio Muto, condannati nel processo Aemilia (QUI) per associazione a delinquere di stampo mafioso) e avrebbe “commissionato” il pestaggio, con lesioni gravissime, della badante dei parenti.
La donna, che si prendeva cura della coppia di facoltosi, avrebbe ostacolato il piano dei due sebbene, e come ricostruito dalla Polizia, lo stesso piano avrebbe avuto successo.
L’ipotesi è che la coppia raggiunta dal provvedimento, creando conti correnti ad essa intestatati ed eseguendo diversi bonifici a società “cartiere”, alcune delle quali interessate anche dall’inchiesta Billions (QUI), sulle false fatturazioni, nell'arco di pochi anni avrebbero sottratto oltre un milione di euro.
Operazioni che per l’accusa sarebbero state agevolate dal lavoro svolto dall’uomo, direttore della banca in cui i parenti avevano depositato le proprie liquidità.
La coppia di Modena è dunque indagata per aver fatto transitare sulle società “cartiere” (che poi monetizzavano il denaro attraverso prelievi bancomat) le somme sottratte illecitamente dal patrimonio dei parenti.
Il gip ha così disposto il sequestro, diretto e per equivalente, del presunto profitto del reato quantificato esattamente in 717.214,36 euro. Ai coniugi è stato cautelato l’equivalente in valore, e cioè una villa nel modenese e alcuni terreni di loro proprietà.