“Ti sgozzo”: vuole la sua villa per la cosca, ‘ndranghetista “innamorato” arrestato a Padova
“Ti sgozzo come un maiale”, “sei morta”, “faccio una strage”: sono alcune delle minacce che si è vista rivolgere una donna vittima della prevaricazione di un 30enne pregiudicato calabrese, imprenditore nel settore delle carni e ritenuto un affiliato alla cosca Tegano Condello di Reggio Calabria.
L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia ed eseguita dalla Guardia di Finanza di Padova, ha portato ieri all’arresto dell’uomo e ad indagare altre cinque persone, anch’esse calabresi (QUI)
Le accuse contestate al trentenne sono diverse: violenza privata, lesioni personali, atti persecutori, ma anche detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, estorsione, ricettazione, tentativo di rapina, furto in abitazione, danneggiamento seguito da incendio: il tutto con l’aggravante del metodo mafioso.
Da quanto ricostruito dagli investigatori l’imprenditore si sarebbe finto innamorato della presunta vittima, una 30enne benestante dell’Alta Padovana, iniziando con lei una relazione sentimentale ma in realtà con un altro obiettivo, quello cioè di occupare la villa della donna, nel Cittadellese, per ospitarvi una “base logistica” della ‘ndrangheta.
L’ipotesi degli inquirenti è che quell’immobile dovesse esser trasformato in un punto dove far giungere altri criminali della stessa cosca e nascondevi anche delle armi.
Tutto parte dalla denuncia per maltrattamenti sporta dalla donna nell’ottobre del 2019. Allora raccontò di aver incontrato il 30enne tramite degli amici in comune e che assumesse un atteggiamento aggressivo ogni qualvolta lei provasse a chiedergli dei suoi affari.
Un atteggiamento fatto di violenze verbali e fisiche che avevano spinto la donna a lasciarlo, ma l’uomo non avrebbe voluto sentire ragioni, probabilmente determinato ad andare a vivere con lei nella villa presa di mira. Per costringerla ad accettare le avrebbe persino dato fuoco all’auto.
Dopo la denuncia, quindi, la Guardia di Finanza ha avviato le indagini arrivando a scoprire i propositi del 30nne, ovvero e come dicevamo di impossessarsi dell’immobile e portare lì a Padova la propria cosca mafiosa che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto sostituirsi a quella dei Grande Aracri smantellata ad alcune inchieste giudiziarie.