Crotone. Uccisi dal crollo di un muro, un solo processo per la tragedia del lungomare
Come già stato stabilito dal Presidente del Tribunale di Crotone, sarà celebrato un unico processo per la tragedia sul lavoro che nell’aprile del 2018 costò la vita a tre operai (QUI): Giuseppe Greco, 51 anni, e Mario De Meco, 56, entrambi di Isola di Capo Rizzuto, e l’appena 35enne di origini rumene Dragos Petru Chiriac, di Crotone.
Nell’udienza tenutasi oggi, lunedì 7 febbraio, il giudice monocratico presso il tribunale penale pitagorico, Assunta Palumbo, ha formalmente riunito i due procedimenti penali pendenti rispettivamente a carico uno dei vertici della Crotonscavi Costruzioni generali Spa e l’altro a carico di un funzionario del Comune.
Anche se la “riunione” avverrà di fatto nella prossima udienza, già fissata per il prossimo 28 febbraio, nella quale si aprirà finalmente il dibattimento, dopo che il giudice avrà deliberato su alcune eccezioni preliminari mosse quest’oggi dalle difese, la più sostanziale delle quali è rappresentata dalla richiesta di costituzione di parte civile dell’impresa nei confronti dell’Amministrazione comunale, del tutto irrituale considerata la sua posizione anche di imputata.
Com’è tristemente noto, il tragico infortunio è successo il 5 aprile 2018: i tre operai sono stati travolti dal crollo di un muro del cantiere durante i lavori di ampliamento del lungomare di viale Magna Grecia.
Per l’immane tragedia il Pubblico Ministero della Procura crotonese titolare del fascicolo per il reato di omicidio colposo in concorso, Andrea Corvino, a chiusura delle indagini preliminari, ha chiesto e poi ottenuto il rinvio a giudizio per tre figure apicali della Crotonscavi, l’impresa incaricata dal Comune di eseguire i lavori “incriminati”, e per il progettista (QUI).
GLI INDAGATI
Si tratta del geometra Gennaro Cosentino, 60enne di Crotone, rappresentante legale dell’impresa, appaltatore delle opere, redattore del Piano Operativo di Sicurezza, datore di lavoro di fatto e di diritto e direttore tecnico di Crotonscavi; del geometra Massimo Villirillo, 59enne anch’egli di Crotone, dirigente e procuratore della società, a cui erano conferiti specifici poteri di vigilanza e organizzazione del lavoro.
Inoltre, del geometra Giuseppe Spina, 46enne crotonese, capo cantiere preposto della ditta; e l’architetto di origini vicentine residente a Como Sergio Dinale, 59 anni, legale rappresentante dello Studio veneziano “D:RH architetti e associati” con sedi a Mestre e Como, firmatario del Psc (Piano di Sicurezza e Coordinamento), progettista dell’opera nonché direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (Csp) ed esecuzione (Cse).
I REATI CONTESTATI
Agli imputati sono contestati a vario titolo, ciascuno per le proprie funzioni, gravissime violazioni in ordine alla “inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline” alla base dell’incidente.
Come ha scritto magistrato nella sua richiesta di rinvio a giudizio “l’evento si verificava perché, nel corso delle lavorazioni di un nuovo muro di contenimento a valle del preesistente (a 2,5 metri), veniva trascurata la situazione di fatto costituita dalla presenza di un basamento in cemento la cui rimozione, e successiva asportazione del terreno sottostante (per 70 cm di profondità), senza previa valutazione e senza cautele, comprometteva l’equilibrio statico del muro poi collassato, privo di fondazioni, da cui conseguiva una concreta situazione tale che un’occasionale, minima causa perturbativa, quale la vibrazione indotta da un mezzo di cantiere o la presenza di una zona maggiormente scavata al piede, già scalzata per la rimozione del basamento, ne provocava il rovinoso ribaltamento”.
Il Sostituto procuratore aveva invece stralciato la posizione di Giuseppe Germinara, 50 anni, di Crotone, che era stato indagato in qualità di dirigente del settore comunale Lavori Pubblici, ma il Gip non ha condiviso l’archiviazione del fascicolo nei suoi riguardi, considerato anche il fatto che il Comune pitagorico, come detto, era appaltatore dei lavori e deteneva comunque degli obblighi di controllo. Alla fine è stato rinviato a giudizio anche il funzionario, con un distinto procedimento.
Ora i due processi saranno dunque riuniti. Tra i vari familiari delle vittime che si sono già costituiti parte civile c’è anche l’anziana mamma di Dragos Petru Chiriac, che è assistita dal consulente legale Giuseppe Cilidonio con la collaborazione dell’avvocato Aldo Maria Fornari, del foro di Bari.