Crotone. Crollo sul lungomare, inizia il processo per le tre morti bianche: alla sbarra azienda e architetto
Prenderà il via il prossimo 13 novembre il processo legato alla tragedia sul lavoro avvenuta sul lungomare di Crotone il 5 aprile 2018 e che è costata la vita a tre operai nonché padri di famiglia (LEGGI).
Come si ricorderà, i tre malcapitati sono stati travolti dal crollo di un muro all’interno di un cantiere aperto per i lavori di ampliamento del lungomare di viale Magna Grecia.
Sul colpo sono deceduti Giuseppe Greco, 51 anni, di Isola di Capo Rizzuto, e l’appena 35enne di origini rumene Dragos Petru Chiriac, di Crotone.
Il 7 giugno 2019 il Pubblico Ministero della Procura crotonese, titolare del fascicolo per il reato di omicidio colposo in concorso, Andrea Corvino, a chiusura delle indagini preliminari, ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone: tre figure apicali della Crotonscavi Costruzioni Generali Spa, l’impresa incaricata dal Comune di eseguire i lavori incriminati, e il progettista.
Si tratta del geometra Gennaro Cosentino, 57 anni di Crotone, rappresentante legale dell’impresa, appaltatore delle opere, redattore del Pos (Piano Operativo di Sicurezza), datore di lavoro di fatto e di diritto e direttore tecnico di Crotonscavi; il geometra Massimo Villirillo, 56 anni, di Crotone, dirigente e procuratore della società, a cui erano conferiti specifici poteri in materia di vigilanza e organizzazione del lavoro; il geometra Giuseppe Spina, 44 anni, pure lui di Crotone, capocantiere preposto della ditta, e l’architetto di origini vicentine residente a Como, Sergio Dinale, 57 anni, fondatore e legale rappresentante dello Studio veneziano “D:RH architetti e associati” con sedi a Mestre e a Como, firmatario del Psc (Piano di Sicurezza e Coordinamento), progettista dell’opera nonché direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione (Csp) e in esecuzione (Cse).
Agli imputati il Sostituto Procuratore contesta a vario titolo, ciascuno per le proprie funzioni, gravissime violazioni in ordine alla "inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline” alla base dell’incidente. L’evento si verificava perché, nell’ambito dell’esecuzione delle opere pubbliche di “Riqualificazione Urbana Litorale Sud - 2. Stralcio - tratto Cimitero-Irto”, “nel corso delle lavorazioni di un nuovo muro di contenimento a valle del preesistente (a circa 2,5 metri), veniva trascurata la situazione di fatto costituita dalla presenza di un basamento in cemento la cui rimozione, e successiva asportazione del terreno sottostante (per circa 70 cm di profondità), senza previa valutazione e senza cautele, comprometteva l’equilibrio statico del muro poi collassato, privo di fondazioni, da cui conseguiva una concreta situazione tale che un’occasionale, minima causa perturbativa, quale la vibrazione indotta da un mezzo di cantiere ovvero la presenza di una zona maggiormente scavata al piede, già scalzata per la rimozione del basamento, ne provocava il rovinoso ribaltamento” scrive il magistrato nella sua richiesta di rinvio a giudizio.
Dinale, ad esempio, è accusato di “non aver verificato se il basamento avesse funzioni strutturali di fondazione per il muro, se avesse interferenza con il muro adiacente, se fosse funzionale alla stabilità globale dell’opera e di aver omesso di inserire ogni riferimento a tali aspetti nel progetto esecutivo e di valutare alcuna di queste lavorazioni nel Psc”.
Cosentino e Villirillo, tra le altre cose, sono ritenuti responsabili “di aver creato una situazione di pericolo facendo eseguire lavorazioni di scavo non espressamente previste, sottovalutando il rischio della stabilità delle opere e ignorando il problema dell’interferenza basamento-muro e, conseguentemente, omettendo di provvedere al puntellamento di quest’ultimo onde evitarne il ribaltamento”.
Spina, invece, che pure aveva constatato in cantiere la presenza del basamento, è accusato “di aver comunque eseguito, nei giorni immediatamente precedenti al crollo, in assenza di prescrizioni di progetti e di esecuzione, la rimozione del basamento in cemento e il consequenziale scavo del terreno adiacente contribuendo così a generare la situazione di pericolo”.
Ora, in relazione alla richiesta Pm Corvino, il Gup del Tribunale di Crotone, Romina Rizzo, con atto datato 9 settembre, ha dunque fissato l’udienza preliminare per mercoledì 13 novembre, alle ore 9.
Un processo dal quale, a oltre un anno e mezzo dalla tragedia, i familiari delle tre vittime si aspettano finalmente verità, giustizia e risposte.
Greco, Chiriac e De Meco hanno lasciato nel dolore mogli, figli genitori e fratelli, famiglie che peraltro, con i propri cari, hanno perso anche il loro principale sostegno economico e per le quali un adeguato risarcimento è vitale per tirare avanti.