Crotone e l’imbuto sulla via dei lidi: al mare ma in fila al semaforo e sotto il sole cocente
Ansie, bisogni, attese, sogni per una Crotone che in tanti considerano Europea, perla del Mediterraneo, accogliente ed emozionante.
Vista dall’alto è facile sognare e aspettarsi e guardare oltre l’immaginazione: tra l’alba e il tramonto, il tempo sembra breve per vivere le suggestioni di una città immersa nel mare, baciata dal sole e ricca di storia, unica nel suo genere.
Invece? Si vive di sola ansia e bisogni non sodisfatti attraverso servizi per il benessere collettivo e, perché no?, soggettivo.
In questi giorni, l’estate crotonese ha rivelato un punto molto stressate: da un lato la calura che non lascia tregua, dall’altra la snervante fatica di raggiungere i lidi, ubicati lungo la costa per Capo Colonna.
Tutto quello che si desidera è un momento di riposo e benessere, con un buon bagno rigenerante, ma lontano dalla confusione e di grandi problemi: trascorrere una giornata di qualità, che porti benessere.
Godersi i propri genitori, i propri figli, il proprio nucleo familiare. È un bisogno che va oltre il mero divertimento, soprattutto il sabato e la domenica, soprattutto oggi in cui il tempo da dedicare ai propri cari è sempre meno.
Invece, c’è un “maledetto semaforo” che fa schizzare l’adrenalina alla testa, anche a quella gente non portata a facili critiche o al dileggio gratuito, che poi scarica l’ira parlandone sotto gli ombrelloni per tutta la giornata.
Certo! Stare per oltre mezzora ad aspettare che scatti il verde non è tempo di qualità. Il semaforo, conseguenza del crollo di un muro sulla via per Capo Colonna, che ha causato una tragedia: la morte di tre operai, per i quali la Giunta comunale ha espresso il cordoglio della città, nelle forme dovute. L’incidente risale al cinque aprile 2018 (LEGGI).
Tre mesi di tempo per ristabilire una struttura, anche provvisoria, per consentire il giusto scorrimento di auto per la gente che abita sulla costa e per quanti devono raggiungere i lidi o il promontorio di Capo Colonna. File interminabili e insuperabili, da ambulanze o altri mezzi di soccorso.
Qual è il giusto prezzo che i cittadini debbano pagare per una cattiva gestione di un bene pubblico?
È chiaro che non può essere condivisa una situazione di estremo disagio, come quello di raggiungere i lidi nel periodo della domenica e del sabato, una questione di turbamento collettivo.
È evidente che i delegati istituzionali, di assoluta novità, “inesperti”, non sono riusciti ancora a portare punti di innovazione all’interno del Consiglio Comunale.
Si era chiesto del tempo, per colmare il carico politico, fuori dalla loro portata. Quello trascorso non è bastato per gestire una “città europea al centro del Mediterraneo”.
Giuseppe Romano